MUSE Museo delle Scienze: “Nella mente del lupo. Un’esperienza immersiva per raccontare la coesistenza”

Trento: Nella mente del lupo. Un’esperienza immersiva per raccontare la coesistenza (5 novembre 2022 – 19 febbraio 2023), MUSE, Trento. Inaugurazione: 4 novembre alle 17.30, dialogo con Luigi Boitani, “Sulle tracce del lupo”, alle 18.45, inaugurazione mostra.

«Come “ragiona” un giovane lupo? Quali sono i codici con cui la sua mente legge la realtà? Cosa prova quando viaggia tra boschi e crinali oppure mentre riposa nella tranquillità di una prateria all’alba? E ancora, quali strategie adotta per attraversare una strada, predare, esplorare un paese di notte o fuggire da un aggressivo cane da guardiania, posto alla protezione del bestiame? Il 4 novembre, al MUSE di Trento, inaugura l’esperienza immersiva “Nella mente del lupo”, una mostra composta da suggestioni visuali e sonore che permette di entrare nella mente di un lupo in dispersione e vivere la sua giornata di incontri e scontri, nuove scoperte e prove. 

Il programma dell’inaugurazione prevede due momenti: alle 17.30 il dialogo con l’esperto Luigi Boitani “Sulle tracce del lupo”, mentre alle 18.45 l’inaugurazione ufficiale dell’esposizione. La mostra è realizzata all’interno del Progetto LIFE WolfAlps EU di cui il MUSE è partner e coordinatore della comunicazione e si muove nel segno della complessa e nuova coesistenza fra persone e lupi sulle Alpi.

“L’idea di sviluppare una mostra immersiva – spiegano le curatrici e i curatori del MUSE Carlo Maiolini, Osvaldo Negra, Alessandra Pallaveri e Laura Scillitani – nasce dal desiderio di sperimentare una modalità, già utilizzata con successo nel mondo dell’arte, anche per le scienze naturali. L’immersività e il punto di vista “in prima persona” costituiscono un modo nuovo e coinvolgente di portare il pubblico a riflettere sui temi della coesistenza fra umani e lupi. Provando a mettersi per una volta, letteralmente, “nei panni dell’altro” sarà più facile comprendere come sulle Alpi la coesistenza tra umani e carnivori sia possibile, se supportata dalla conoscenza”.

I messaggi sviluppati sono quelli di coesistenza, studio e prevenzione dei rischi, al centro del progetto LIFE WolfAlps EU e sono il cuore contenutistico della mostra. Grazie alla tecnologia immersiva e a un approccio sensoriale ed empatico, chi visita l’esposizione viene trasportato in un posto “speciale”, che ha le forme di luoghi naturali familiari all’uomo, vissuti però con le difficoltà, emozioni e necessità di un animale selvatico.

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Dal punto di vista dell’allestimento, una grande testa di lupo graficata, accoglie visitatrici e visitatori e nasconde al suo interno l’intera esperienza immersiva. Entrandovi, in un ambiente buio di circa 30 mq, si prova una sorta di “viaggio extracorporeo” in ambienti naturali e antropizzati, tramite immagini video ad altissima risoluzione e suoni orientati e coinvolgenti. Il racconto immersivo si svolge grazie a una produzione originale ambientata e girata in Trentino per realizzare la quale la troupe è stata affiancata dai ricercatori e comunicatori del progetto Life WolfAlps EU per ricostruire la giornata “tipo” di un lupo sulle Alpi, con un approccio scientificamente corretto, ma allo stesso tempo coinvolgente ed esemplare rispetto alle tante problematiche della coesistenza. In particolare, è stato studiato e sviluppato un apposito adattamento di camere e ottiche per le esigenze di ripresa della mostra, necessarie ad aumentare l’effetto immersivo del girato. Il risultato è una proiezione che si estende su una superfice avvolgente di oltre 35 mq, con 4 videoproiettori ad alta risoluzione

Nel corso del 2023 “Nella mente del lupo” sarà ospitata anche in Lombardia e Piemonte in un tour alpino che porterà l’esperienza nelle diverse aree d’intervento di progetto. La mostra darà anche l’occasione, durante la sua apertura al MUSE, di proporre attività collaterali capaci di trasmettere e approfondire i temi affrontati con modalità nuove e coinvolgenti.

Focus

Il dialogo con il Prof. Luigi Boitani, “Sulle tracce del lupo”.

Alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso, in Italia restavano poche centinaia di lupi nelle montagne dell’Appennino centro-meridionale, superstiti di una sistematica e legalizzata persecuzione che ha portato all’estinzione della specie in larga parte dell’Europa. La situazione è cambiata radicalmente negli anni Settanta, con l’arrivo dei primi decreti per la protezione della specie e l’avvio dei primi studi sul suo comportamento ed ecologia. Oggi il lupo è presente in quasi tutta la penisola, dall’Appennino alle Alpi, incluse le zone più antropizzate come la Pianura Padana. Il primo monitoraggio nazionale stima infatti 3.300 lupi nel 2020/2021. L’espansione della specie ha scatenato sentimenti antitetici, a causa della dualità simbolica del lupo: per alcuni una minaccia, per altri il simbolo di una natura selvaggia a cui anelare.

Nel corso dell’appuntamento al MUSE, si tratterà del ritorno del lupo sul territorio nazionale, delle tappe da percorrere per la sua conservazione in Italia e in Europa, delle sempre maggiori conoscenze scientifiche sulla sua biologia e delle sfide per la coesistenza con l’uomo, oggi che è una presenza diffusa. A dialogare con il pubblico, Luigi Boitani, zoologo, professore emerito de La Sapienza – Università di Roma, tra i massimi esperti mondiali di conservazione dei grandi carnivori, tra i primi in Europa a studiare il lupo negli anni Settanta e protagonista delle principali tappe per la tutela della fauna.

Luigi Boitani, componente del comitato scientifico del Muse, è professore emerito presso la Sapienza, Università di Roma, dove è stato professore ordinario in Biologia della Conservazione ed Ecologia Animale, nonché direttore del Dipartimento di Biologia e Biotecnologie per oltre 10 anni e Affiliated Professor presso la Idaho University, Moscow, USA. È membro di oltre 25 organizzazioni di professionisti, gruppi di lavoro e consigli direttivi. È fondatore e Presidente dell’Istituto di Ecologia Applicata di Roma e Chief Executive della Fondation Segré a Ginevra. È membro, dal 1994, del Comitato Direttivo della IUCN – Species Survival Commission e Chair del Large Carnivore Initiative for Europe dell’IUCN.

Dal 1973 si è occupato della conservazione del lupo (Canis lupus) ed altri grandi carnivori a scala sia Italiana che Europea, attraverso la produzione di piani di gestione. Ha contribuito alla produzione dei piani di gestione di oltre 30 parchi nazionali in Italia e in Africa e ha diretto diversi progetti finanziati dalla Commissione Europea per mappare lo stato e la distribuzione dei mammiferi in Africa e Sud-America. È autore di oltre 350 pubblicazioni scientifiche e 10 libri.

I suoi interessi scientifici principali sono l’ecologia sociale dei grandi carnivori e in particolare del lupo, lo studio della distribuzione delle specie su scale nazionali e globali, l’approccio biologico alla pianificazione ottimale delle risorse per la conservazione. Ha sempre dedicato una particolare attenzione all’uso di dati e metodi scientifici nella pratica della conservazione, soprattutto con l’intento di ridurre la distanza tra scienza e politiche di conservazione.

Il progetto LIFE WolfAlps EU

LIFE WolfAlps EU è un progetto europeo che riunisce 20 partner in Italia, Slovenia, Francia e Austria. Il suo scopo è migliorare la coesistenza tra il lupo e le persone che vivono e lavorano sulle Alpi e nelle nuove aree di presenza a bassa quota, costruendo e realizzando soluzioni condivise con i portatori di interesse in modo coordinato nelle Alpi.

Per saperne di più: www.lifewolfalps.eu

Focus

Le attività collaterali.

29 novembre ore 20.30

Lessinia Bolf- un progetto multimediale per I 10 anni del ritorno del lupo in Lessinia.

“Bolf” è il termine, in antica lingua Cimbra, con cui veniva chiamato il lupo. Lessinia Bolf (www.lessiniabolf.it) è dedicato non solo al ritorno del lupo e alle problematiche che esso ha generato, ma rappresenta anche una celebrazione del magnifico territorio della Lessinia, l’Altopiano montuoso a pochi passi dalla città di Verona. Attraverso le immagini, i video e le parole, gli autori- Gaetano Pimazzoni, Francesco Romito, e Simone Gabrielli – raccontano gli scorci, le profonde valli, la fauna, le foreste e i grandi pascoli che caratterizzano questi paesaggi, disegnati nei secoli dall’incessante lavoro dell’uomo.  Un racconto fatto di immagini, parole e video inediti, in un territorio unico dove la presenza del lupo ha generato emozione ma anche numerosi attriti a causa dell’intensa attività predatoria ai danni degli animali d’allevamento. 

Un progetto che gode di patrocini illustri, tra cui il CAI Veneto e il Gruppo Grandi Carnivori del CAI, la SAT Società Alpinisti Tridentini, il MUSE Museo delle Scienze di Trento, il progetto Life WolfAlps EU e l’Associazione Io non ho paura del lupo, con la partnership tecnica di Leica Sport Optics.

26 gennaio 2023 ore 20.30

Un click di sera – Bruno D’Amicis Quel che ho imparato dal lupo.

Più di qualsiasi altro animale, i grandi carnivori e, in particolare, lupi e orsi hanno un posto speciale nell’immaginario umano. Nei secoli, le alterne vicende della storia hanno di volta in volta trasformato la nostra percezione nei loro confronti. Da idoli a nemici, da trofei a beniamini, solo di recente abbiamo iniziato a guardare a questi animali nella loro accezione ecologica, di formidabili predatori, fondamentali per la salute degli ecosistemi.

Da oltre vent’anni sulle tracce di questi animali nell’intero Continente Europeo, il biologo e fotogiornalista Bruno D’Amicis, racconta degli incontri più emozionanti nelle zone più selvagge, delle storie dietro alcune delle sue immagini più celebri e dei profondi insegnamenti ricevuti da lupi e orsi, che gettano le basi per un messaggio di rispetto e coesistenza.

Bruno D’Amicis è nato a Roma nel 1979 e dal 2008 vive e lavora all’ombra delle montagne d’Abruzzo, anche se ha viaggiato in decine di Paesi esteri per i suoi progetti. Appassionato di natura sin da bambino e di fotografia dal 1994, Bruno è laureato con lode in Scienze Biologiche ed apprezzato fotografo naturalista professionista dal 2004, con uno spiccato interesse per i temi della conservazione degli ambienti naturali e della biodiversità.

Il suo lavoro è stato più volte premiato in tutto il mondo e tra i suoi riconoscimenti spiccano due primi premi, rispettivamente al World Press Photo e al Wildlife Photographer of the Year nel 2014. Nel 2015, ha ricevuto il Fritz Pölking Prize per il suo lavoro sulla volpe del deserto. Le sue immagini sono state pubblicate in tutto il mondo, su riviste del calibro di National Geographic Magazine, GEO e BBC Wildlife. Collabora regolarmente con Aree Protette, ONG in Italia e in tutto il Mondo ed ha lavorato on assignment per la National Geographic Society e come consulente per la BBC Natural History Unit».

MUSE Museo delle Scienze, c.so del lavoro e della scienza 3, Trento

Info:

www.muse.it

Ph. Esemplare in condizioni controllate estate Michelangelo Giordano Archivio Aree Protette Alpi_Marittime.

Giuseppe Longo

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