Palermo – Mercoledì 21 dicembre, alle ore 18,30 si svolgerà un incontro (ingresso gratuito) sul tema dei riti della Luce a cui sono stati invitati a partecipare eminenti esponenti delle tre religioni monoteiste e studiosi dell’identità siciliana e mediterranea. Organizzato dall’associazione CultCultUra, patrocinato dalla Regione Sicilia, Assessorato dei beni culturali e dell’Identità Siciliana, durante la serata i dialoghi saranno arricchiti dalla lettura di poesie e inframmezzati dalle musiche originali per pianoforte composte ed eseguite dal maestro Marco Giliberti.
La musica ci insegna la cosa più importante, ovvero da ascoltare. L’artista quando crea dà forma al pensiero e all’esperienza del quotidiano. Una commistione tra “pensiero” ed “arte” al fine di “svincolare” l’esperienza artistica dall’essere considerata una dimensione separata dalla vita quotidiana.
Il solstizio d’inverno segna l’inizio della stagione più fredda dell’anno. Si tratta del giorno più breve dal punto di vista delle ore di luce, che inizieranno ad aumentare rispetto alle ore di buio. Il tutto è dovuto all’inclinazione dell’asse terrestre e al movimento della Terra rispetto al sole durante le diverse stagioni.
Il solstizio, come si evince dal termine che definisce questo momento dell’anno, è un evento legato al sole e alla luce. Il solstizio d’inverno segna l’inizio di una stagione che già nasconde dentro di sé i semi di rinascita della primavera. Con l’aumento progressivo delle ore di luce, la natura si prepara al risveglio.
Solstizio deriva dal latino “sol stat” (il sole si ferma). Durante il solstizio d’estate avremo la durata massima del giorno e la durata minima della notte. Durante il solstizio d’inverno accade l’opposto.
Per quanto riguarda quest’anno, il Solstizio d’inverno cade esattamente il 21 dicembre alle ore 16.59 italiane.
Non tutti sanno che la data del giorno di Natale fu fissata al 25 dicembre da Papa Giulio I proprio per ragioni legate al solstizio, come antica festa pagana del sole. Si trattava probabilmente di sostituire le tradizioni del passato con le celebrazioni cristiane. Nel mondo germanico il solstizio d’inverno corrisponde a Yule, mentre nella tradizione druidica si parla di Alban Arthan, la festa della Luce di Re Artù.
Gli antichi Saturnalii affondavano le proprie radici in tradizioni religiose che si perdono nella notte dei tempi e che richiamavano la rinascita del sole e il ritorno della luce come fonte di energia e simbolo di potere.
“Lo scopo dell’incontro – a parlare è la Dottoressa Monica Cecere, Presidente dell’associazione CultCultUra che ha organizzato l’evento – è dato dal confronto tra diverse culture che hanno però un’uguale identità, quella Mediterranea. E la Sicilia rappresenta, sia geograficamente, sia culturalmente che simbolicamente la sintesi di quella più vasta cultura mediterranea, che nella regione ha preso dei connotati peculiari divenendo Identità Siciliana. Le piccole o grandi differenze che vi si possono incontrare non sono significanti di migliore qualità o maggiore peso, ma rappresentano quella diversità necessaria all’evoluzione dell’Uomo e del Mondo ” .
Con il solstizio d’inverno si lasciano alle spalle l’oscurità e il caos dell’anno passato e ci si prepara ad accogliere un nuovo anno ricco di prosperità. Le feste pagane del solstizio d’inverno richiamavano soprattutto l’importanza della trasformazione e della rinascita. In diverse zone d’Italia il solstizio d’inverno è un’occasione di ritrovo, di socializzazione, di riflessione o meditazione per iniziare ad accogliere il nuovo anno. Sempre la dottoressa Cecere, infine, invitando a partecipare chiunque lo voglia, ci lascia con un’ultima riflessione:
“Luce e Tenebre, Giorno e Notte, fin da tempi remoti nell’immaginario di tutte le popolazioni della Terra, hanno assunto valenza di mito fondato su un modello dualistico. Parlare della Luce è incontrare la ragione stessa del mito, significa scoprire come la parola non possa distaccarsi dalla sua valenza di simbolo, metafora. La Luce ha infatti origine dal Caos, dal buio, dall’invisibile. La luce è la sostanza impalpabile dello svelamento. E non ci potrebbe essere svelamento se non esistesse la notte, l’enigma, il disordine. Il mito della Luce ha dunque una correlazione strettissima con il suo contrario. Questa affermazione ci porta alla riflessione sull’importanza equivalente delle Tenebre, sulla sua necessità ed importanza, sulla sua ragione d’essere. Luce e Tenebre sono dunque opposti ma non antagonisti”.
Marco Giliberti: Nato a Palermo nel 1985, ha studiato con D. Sollima a Palermo, Hector Moreno a Siena e Maria Tipo presso la Scuola di Musica di Fiesole. Dal primo concerto presso l’associazione “Amici della Musica” di Palermo all’età di 16 anni, tiene regolare attività concertistica maturando sia il repertorio pianistico da solista che il repertorio cameristico. Si è esibito tra le varie con l’Orchestra Sinfonica Siciliana sotto la bacchetta di F. De Mauro presso il Teatro Politeama di Palermo; oltre che in numerose sedi in Italia ha tenuto concerti in Germania, Svizzera, Cile e Pakistan. Tra le ultime attività un concerto svoltosi a Hong-Kong, in duo col baritono N.Lartaun, con un programma incentrato sulle opere di Dante Alighieri ed un concerto con C.Hartmann, oboista dei Berliner Phlarmoniker, presso l’Associazione Philarmonica Sollima di Palermo.
È in uscita il suo concept album “Vivo Ergo Sum”
Vivo Ergo Sum, ovvero l’Ode alla Vita di Marco Giliberti.
È questo il senso del concept album di uno tra i più eclettici e sperimentali musicisti siciliani. Un inno alla gioia come antidoto alla precarietà che ci sovrasta, un invito a vivere – ben diverso dal semplice esistere – cogliendo a piene mani i doni che il mondo ci regala.
Ad accompagnarci in questo viaggio musicale, scandito in tre momenti (Attesa, Amore, Cosmo), le letture poetiche curate da Paolo Valentini, tratte dai più significativi interpreti del panorama letterario mediterraneo che hanno trattato il tema della luce e delle tenebre come testimoni di una resistenza etico-civile alla morte, all’aridità sentimentale, nel nome della passione e della creatività, ma anche della vitalità biologica e dell’immersione nel mistero dell’universo.
Un itinerario dal fisico al metafisico, ricco di risonanze mediterranee, che Marco Giliberti attraversa trascinandoci in un vero e proprio turbinio sonoro. Quasi a volerci confidare, con la tenacia del sognatore: Noi ci siamo.