Palermo – Opening venerdi 17 febbraio h.18:00 Discesa dei Candelai (Piazza Sant’Onofrio) 21.
Il nostro calendario espositivo prosegue)( e riapre il cancello verde al pubblico Venerdì 17 Febbraio alle ore 18.00 con W-97, mostra personale di Alberto Orilia a cura di Doriana Bruccoleri. “Lo sai che i delfini sanno riconoscersi allo specchio?” Fin dal nostro primo incontro, Alberto Orilia mi racconta della sua passione-ossessione per i cetacei che contraddistingue la sua ricerca stilistica e che lui rivendica. In W-97, la sua prima personale, il giovane artista palermitano si presenta nel suo habitat estetico attraverso una videoinstallazione. L’esperimento dei delfini allo specchio getta le basi per un lavoro sull’immagine come processo cognitivo e sulla definizione estetica del soggetto, del suo modo di percepire e percepirsi. Giocando con la propria immagine, Orilia mette in scena la sua visione estetica, immersa tra le forme sinuose dei cetacei e influenzata dalla cultura pop – musica, cinema, moda – nel suo aspetto più glam. Parlando di riferimenti, finiamo per citare Warhol, anche lui ripetitore seriale, e ci chiediamo: come fa un’immagine a diventare icona?
Lo status di icona, che poi per ripetizione ossessiva diventa feticcio, si fa oggetto stesso dell’opera. W-97 è il codice di accesso all’iconosfera dell’artista, simbolica, intima e autoironica, attorno a cui ruota il suo mondo. E, come si sa, non può esistere arte senza mondo attorno. La mostra sarà visitabile su appuntamento dalle 18:00 fino al 17 Marzo 2023.
Maggiori info: https://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0189813
Alberto Orilia (Palermo, 1997) è un giovane artista in cui nel 2022 consegue il diploma di II livello in Grafica d’Arte presso l’Accademia di Belle Arti con una tesi dal titolo “Whaleaser”. Attualmente è iscritto a un corso professionalizzante in graphic design e la sua ricerca è delineata dall’incessante sperimentazione di linguaggi accomunati da una stessa matrice contenutistica, la quale, estranea all’impegno socio-politico, traduce l’analisi scientifica in ossessione ripetitiva ed estetica replicata nelle forme. Allettato dalla nitidezza, dalla linearità e dall’armonia, l’artista si avvicina al disegno sin da bambino, quando già le balene abitano il suo immaginario figurativo fino a rappresentare, oggi, soggetti colmi di simbologie che assumono significati intimi, estetici e concettuali. Orilia si circonda continuamente di espedienti come la musica, l’arte visiva e la moda, mediante le quali trasforma ciò che recepisce dalla realtà esterna: balene e delfini si insinuano e invadono la quotidianità, collocata in una dimensione spesso utopica o deformata che concretizza gli aspetti più carnali e brutali della natura e materializza le sensazioni personali. Co-fondatore di )( artist run space, l’artista ha preso parte ad esposizioni come: “codici – pagine d’artista” mostra collettiva a cura di ilaria cascino e con l’allestimento di roberto orlando, moc – monreale contemporanea, sala pietro novelli – complesso monumentale guglielmo ii, 2022, monreale (pa); “zines palermo – iv edizione”, exkarcere, via san basilio 17, 2022, palermo; “extempoarèa a fieravecchia”, a cura di giovanni lo verso e giorgia görner enrile, arèa, piazza rivoluzione, 2021, palermo; “sunday sale, opere d’arte a prezzo ridotto”, haus der kunst, cantieri culturali della zisa, 2019, palermo; “ spraw/dien vandalen”, a cura di benjamin novalis hofmann, haus der kunst, cantieri culturali della zisa, 2019, palermo; “lìmes lìmen – i nuovi limiti da superare e quelli da rispettare”, mondello mudd festival iii edizione, a cura di carola arrivas bajardi, 2019, palermo; “rifiuti”, a cura di anna maria ruta, biblioteca centrale della regione siciliana “alberto bombace”, 2019, palermo; “covo”, a cura di marcello carriero, palazzo oneto di sperlinga di roberto bilotti d’aragona, 2018, palermo; “un presidio d’arte alla Corte dei conti di Palermo”, a cura di Maria Di Francesco, Corte Dei Conti per la regione siciliana, via Cordova 76, 2018, palermo.
Doriana Bruccoleri (Agrigento, 1997) è dottoranda in Cultura visuale all’Università di Palermo con un progetto di studio sulla fotografia di moda surrealista. Si è laureata in Didattica dell’arte presso l’Accademia Belle Arti di Palermo, dove è cultrice della materia di Storia dell’arte contemporanea. Ricerca, studia, ma soprattutto scrive: ha pubblicato ne “Almanacco delle artiste di Sicilia” (Edizioni Kalòs, 2021) e sulla rivista “Papireto” (n.1, 2022). Il lavoro di Doriana Bruccoleri è analitico nel metodo, interdisciplinare nella prospettiva e curioso nell’osservazione di come funziona e vive un’opera d’arte nel mondo. La critica d’arte, infatti, le serve come esercizio atto a far emergere la relatività dei significati e come confronto con la complessità del reale. La sua ricerca si incentra sul rapporto tra estetica, storia dell’arte e teoria dell’immagine che fa capo al tema dell’identità, del soggetto e della sua libera espressione. Non a caso, ha una predilezione per la fotografia, il cinema e la moda. Allo studio teorico affianca un’attività da curatrice indipendente, finora occupandosi di una collettiva (“Polizzi Generosa Arte Contemporanea. Giovani artisti dell’Accademia di Belle arti in mostra”, 2021) e di una personale (“100 pecore e 1 montone” di Sebastiano Zafonte, 12 marzo – 12 aprile 2022). La curatela, per lei, si lega al tempo presente dell’incontro con l’Altro e alla “cura” delle idee, concepite come materia aperta e in continuo mutamento.
)( è un artist run space diretto da cinque artisti e una curatrice: Francesca Baglieri, Rossella Poidomani, Antonio La Ferlita, Alberto Orilia, Roberto Orlando e Ilaria Cascino. La monoroom vuole essere sede simbolica dei linguaggi visivi, che risponde alla necessità di porre un’interruzione dove il tempo e lo spazio si diluiscono. )( non si identifica meramente col capovolgimento semantico dei segni ortografici scelti appositamente per la loro impronunciabilità – ma rivendica l’essenza di quell’intervallo vivido tra le due parentesi in cui l’opera d’arte cresce e si espande secondo le sue esigenze. Il fare artistico segue il proprio corso naturale di vita come le radici di un albero che affondano nel terreno, plasmando e consolidando la materia in nuove visioni