Tong Yanrunan, Xing Dong, Silvia Canton, Jingge Dong, Shengyi Chao
Progetto di Christian Leo Comis
A cura di Martina Cavallarin e Antonio Caruso
Promosso da GoFar – Irecoop Veneto
Organizzazione di Unlike Events
Palazzo Pisani Revedin
San Marco 4013A, 30124 Venezia
7 – 16 aprile, h 10.30 – 18.00
7 aprile h 17.00 – Opening con Performance di Teatro Frida in Campo Manin
8 / 9 aprile – Performance di Made514 in Campo Manin
Venezia – Unlike events presenta Cosmologie, un’esposizione – evento di arte contemporanea e azioni performative, un progetto che coniuga linguaggi, imbastisce dialoghi, connette generazioni e pratiche artistiche. La mostra Cosmologie è riuscita a creare fattivamente un ponte Italia Cina, grazie alla promozione di GO FAR Irecoop Veneto che ha consolidato legami tra aziende del commercio cinese con realtà del mondo del vino italiane fra cui, Cantina Beato Bartolomeno di Breganze, Cantina Pertinace, Cantina Morellino di Scansano, Cantina Valpolicella di Negrar e l’azienda leader nella produzione di tappi in sughero Amorim Cork Italia. A sostegno dell’iniziativa anche alcune realtà del veneziano tra cui Confcooperative Venezia, Cooperativa Ducale di Venezia, Cooperativa Trasbagagli e realtà che hanno compreso l’importanza sociale e culturale del progetto come Echo Neutra, Obbiettivo Giardino, Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, Marval Collection e Dyaloghi-Spin-off Università degli Studi di Padova.
Cosmologie intende sottolineare anche un decisivo passo, essendo il tempo di ribaltare le direzioni di un rapporto millenario, di ripercorrere con intenti e direzioni trasversali quelle che furono la via della seta e le vie del turismo tra cina e italia. Ed è proprio così si espande questo progetto corale per voci sole, organismo che riunisce gli universi dei cinque artisti, Tong Yanrunan, Xing Dong, Silvia Canton, Jingge Dong e Shengyi Chao.
Cosmologie apre inoltre l’orizzonte sociale alla macro sfera di arte e impresa, quel territorio magico nel quale lo sguardo prismatico e visionario dell’artista, la sua ricerca e le pratiche di costruzione dell’opera d’arte, sono sempre al servizio della materia, dei suoi reconditi poteri inespressi. Arte e Impresa, e in senso lato Cultura e Impresa, sono due dimensioni storicamente sempre in dialogo tra loro. La connessione e l’interazione tra creatività e progettazione finalizzate alla produzione, hanno sempre generato cultura, elevato le coscienze e incrementato l’economia.
Dal greco KÒSMOS, mondo e LOGÌA da LÒGOS, discorso, trattato, la Cosmologia è la scienza delle leggi generali, su cui si regola il mondo fisico. E la Cosmologia messa in scena dal progetto intende osservare il dialogo e la connessione possibili tra universi culturali distanti come la Cina e l’Italia, mediante linguaggi artistici e modalità di creare che non si limitano all’appartenenza etnica né alla destinazione geografica, tra le quali gli artisti orbitano come satelliti.
Il dialogo intergenerazionale e interculturale si intrecciano promuovendo una rinnovata visione di queste connessioni, interpretate attraverso differenti linguaggi e soggettive poetiche, secondo una pratica di abbattimento delle barriere e trasmissione dei saperi che solo l’Arte è in grado di veicolare e diffondere.
Percorso espositivo
Ciascuno dei cinque artisti invitati si esprime in una singola stanza, per un percorso dedicato e silenzioso, ma al contempo un elogio delle differenze e un’apertura alla relazione che l’Arte aiuta sempre a tenere aperte e flessibili. La partenza è scandita dal gesto lirico di Xing Dong, che narra dello spazio e del tempo attraverso la presenza di archetipi formali appoggiati sulle campiture azzurre delle pareti a stucco. Varcando la soglia della seconda stanza si entra nel cosmo fiabesco di Shengyi Chao, composto da immagini lampo, abbagli edulcorati della realtà vissuta dall’artista tra recupero, rielaborazione e incontro della tradizione. L’artista di caratura internazionale Tong Yanrunan porta i ritratti, sua cifra stilistica, di un mondo di personalità che si possono intravedere solo anelando al contatto con la figura umana, prima che con la persona. Le astrazioni di Jingge Dong, raccordano Occidente e Oriente, chiave solo apparentemente astratta di due mondi non realmente lontani, che sta a noi avvicinare, con un accordo dolce. Per tale motivo il viaggio attraverso questi universi si conclude con il ciclo “InDivenire. La metamorfosi del sughero” di Silvia Canton. Questi suoi lavori sono nati da una precisa necessità espressiva che, coniugata con le competenze dell’azienda, ha portato all’impiego di un materiale originale e consegnato al riuso quale il sughero, straordinariamente adatto a rendere materica ed espressiva la ricerca dell’artista veneta attraverso un’applicazione diretta sulle opere e negli allestimenti.
Le stanze di Palazzo Pisani Revedin si fanno dunque teatro delle cosmologie dei cinque artisti, che durante la loro ricerca hanno operato o vissuto a Venezia. Le opere esposte sono create o pensate per l’Italia come scambio e dono simbolico per un’inversione di rotte di pensiero, attraverso uno spazio temporale breve, o lungo migliaia di chilometri.
Cosmologie è il tentativo di mettere in scena la rappresentazione di un Cosmo umano, tanto vasto e variegato, ma al cui interno si stabiliscono sempre dialoghi attraverso la cultura, perché dove c’è cultura c’è sempre elogio delle differenze e relazione. Spetta agli artisti vagare in questo universo cogliendone i segni invisibili per tradurli grazie a quel meraviglioso dispositivo di connessione che è l’opera d’arte.
Altro satellite di Cosmologie è costituito da un’incursione urbana costruita ad hoc, a cura di Teatro Frida. Pratiche di movimento, di improvvisazione, di danza vanno a fondersi con l’architettura terracquea circostante. Percorsi che seminano tracce. Corpi che orbitano attorno ad altri corpi.
L’8 e il 9 aprile è tempo di un altro satellite ancora, Made514, con il suo intervento site e time specific che ha luogo nel suggestivo Campo Manin, cuore di Venezia sul quale si affaccia il palazzo. Made514 compie un’azione di Street Art il cui risultato è installato presso la porta d’acqua di Palazzo Pisani Revedin, per un passaggio senza soluzione di continuità tra spazio esterno e spazio interno.