Una visione distorta del mondo reale, in particolare modo del volto umano con sculture composte da oggetti che hanno terminato la loro vita
Organizzato dall’istituzione di Alta Cultura Gianbecchina
Giovedì 6 aprile alle ore 17:00 presso Palazzo Bongiorno a Gangi, si svolgerà il vernissage della mostra di Mauro Li Vigni, dal titolo “Dall’utile al Bello”.
Gangi (Pa) – L’esposizione di sculture realizzate con oggetti abbandonati o destinati alla discarica, ritraggono maschere tribali. Caratteristica dominante di queste sue opere è la capacità di distorcere il reale, in particolar modo il volto umano.
“Il mio interesse nei confronti dell’uomo si focalizza sul volto – dice l’artista- nascono infatti le maschere, che riproducono il viso umano in modo seriale, unico, realizzate attraverso il recupero di oggetti che hanno terminato la loro vita, che hanno già dato il massimo di sé nelle funzioni che hanno espletato, come cucchiai, forbici spaiate, come utensili, pezzi meccanici di automobili.”
“Il tema della ricomposizione di un mondo originariamente destinato ad essere abbandonato- dichiara Rosanna Migliazzo, presidente dell’Istituzione Giambecchina di Gangi- è anche
influenzato da diversi stili pittorici e tecniche mutuate dal bricolage: bordi definiti, colori intensi e di forme insolite, provengono dal suo interesse per l’arte aborigena realizzando opere figurative, profondamente originali”.
Il mondo di Mauro Li Vigni è una ricerca continua per la ricomposizione di una realtà originariamente destinata ad un’altra funzione, che scomposta e poi ricomposta, vede le varie parti diventare un unico viso, con smorfie che somigliano a dei mostri buffi, che fanno sorridere anche se hanno delle espressioni truci. “Nel momento in cui tutti i pezzi sono andati d’accordo tra di loro – dice Li Vigni- è quella la fase in cui trovo l’equilibrio che congelo con varie tecniche di costruzione e nasce la scultura, un’opera unica che ricorda la musica classica, ogni volta che la ascolti puoi trovare cose nuove, che ti sorprendono”.
“C’è un filo, sottile ma robusto, che lega le maschere di Mauro Li Vigni alla creatività dei bambini – dichiara Rosa Di Stefano, direttrice artistica dell’Istituzione Gianbecchina- le opere esposte sono volti di mostri buoni, totem fantastici e raffinati, assemblaggi policromi di materiali tratti dagli scarti, da ciò che ha smesso di essere utile, in linea con la poetica della Trash art più moderna. Li Vigni quindi, con queste opere, si inserisce a pieno diritto nel filone degli ecological artist, dove la scelta di utilizzare materiali di scarto risponde a una necessità personale – conclude Rosa Di Stefano – ma soprattutto a un obiettivo preciso, quello di far riflettere sulle nostre abitudini quotidiane, sull’obsolescenza programmata degli oggetti, sul consumismo esasperato e sull’utilizzo irresponsabile delle risorse naturali.”
E’ possibile visitare queste interessanti sculture dal martedì alla domenica dalle ore 9 alle 13 e dalle 15 alle 18.
Mauro Li Vigni, psicologo di formazione e artista poliedrico, nasce a Palermo nel 1968 dove vive e lavora. Sposato, è padre di due figli, Fabrizio e Karel che vivono a Parigi. Nel 2012 insieme alla moglie Elvira, fonda a Palermo la Green Avenue School, una scuola dell’infanzia paritaria bilingue.
La carriera di scrittore
Nel 2003 si trasferisce a New York e da questa esperienza nasce il suo primo libro “Vado a vivere a New York… e poi torno”.
Tra il 2005 e il 2009 completa una trilogia di racconti ironici autobiografici (“Resto a vivere a Palermo…forse”. “La mia famiglia e altre anomalie”).
Nel 2010 pubblica il saggio dal titolo “La Palermo che mi piace; storie di cittadini che almeno ci provano”.
“Il canto di Ario” del 2011 è la sua prima opera di narrativa per bambini sul tema dell’autismo.
Nel 2015 pubblica il suo secondo libro dedicato al tema dell’autismo dal titolo “Sulle ali di Angela” dal quale viene tratto un monologo teatrale interpretato da Manuela Ventura per la regia di Monica Cavatoi, selezionato tra i vincitori del Festival Kilowatt di San Sepolcro nel luglio 2016.
Nell’aprile 2016 pubblica il racconto “Mino e il libro perduto”, un inno all’amore per la lettura e per i libri.
Nel 2017 pubblica “L’incredibile estate dei fratelli Caravini” romanzo dedicato al mondo dell’arte di cui si è nutrito sin dall’infanzia.
Nel 2019 pubblica “Lisa la giraffa azzurra” un albo illustrato sull’importanza della conoscenza delle lingue. Sempre nel 2019 esce il romanzo breve “Il segreto buono di Isabù” destinato a un pubblico di giovani lettori, sull’amore per la musica sinfonica.
Sempre nel 2019 pubblica “E poi venne la libertà” romanzo per ragazzi sul tema della deportazioni ebraica nella seconda guerra mondiale in Italia.
Nel 2021 esce “Il cacciatore di errori” un racconto sul tema della salvaguardia ambientale.
Nel 2023 pubblica “Kirit, scimmietta gentile”.
Nel 2023 pubblica “Il bambino di cotone” e “Mamadou il coraggioso” affrontando i temi delle conseguenze dei cambiamenti climatici sulle società contemporanee.
L’esperienza figurativa
Mauro Li Vigni è un artista autodidatta che da 2013 alterna alla sua produzione narrativa, la realizzazione di opere figurative, profondamente originali, influenzate da diversi stili pittorici e tecniche mutuate dal bricolage. Innanzitutto la presenza di bordi definiti, di colori intensi e di forme insolite, provengono dal suo interesse per l’arte aborigena. Il suo modo di procedere nelle opere grafiche è anche influenzato dal doodling, una tecnica istintiva con un grande valore distensivo, che favorisce l’accorpamento imprevedibile delle immagini. Altra caratteristica dominante nelle sue opere è la sua capacità di distorcere il reale, in particolar modo del volto umano. Nelle sue opere bidimensionali due tecniche artistiche: il collage e l’acrilico su tela, talvolta utilizzate insieme nella stessa opera.