Ragusa – Il Convegno internazionale di Ragusa del 27-28 luglio 2023 e i modelli d’indagine proposti da Carlo Ruta per poter leggere la nascita della storia più oscura e profonda. Resoconto di una discussione scientifica
La genesi del Convegno internazionale Dall’Uomo del Rame all’Homo Faber tenutosi a Ragusa nei giorni scorsi è chiara, perché tutto parte dagli studi di Carlo Ruta nell’ambito del Laboratorio degli Annali di storia dei mutamenti globali. Si tratta di modelli di ricerca riguardanti le rivoluzioni prodotte dall’utilizzazione del Rame, l’avvento della nave assemblata, la scoperta e la conquista del mare, la nascita della scrittura e la nascita della città storica: modelli di studio che cercano di fornire risposte ad una domanda complessa: quando, come e perché nella vicenda umana irrompe la storia?
Il convegno, aperto da una lunga relazione scientifica di Carlo Ruta, ha rappresentato in questo senso un banco di prova importante, in cui un gran numero di studiosi si è confrontato con l’asse paradigmatico proposto. E gli esiti sono stati produttivi, specie se si considera che hanno partecipato storici e archeologi molto presenti nel dibattito globale, come nei casi della sinologa statunitense Pamela Kyle Crossley, che ha focalizzato punti ancora in ombra della cosiddetta Età del bronzo, e del paletnologo Alberto Cazzella, ordinario alla Sapienza di Roma. Quest’ultimo, che ha relazionato anche per l’archeologa Giulia Recchia, anch’essa della Sapienza, nel raccogliere le sollecitazioni paradigmatiche di Carlo Ruta, ha rilevato un possibile campo di valutazione della proposta nell’area area mediterranea e vicino-asiatica, attraverso un focus sulle aree cipriote, minoiche e maltesi, che pone in luce gli intrecci tra legno e metalli e i possibili nessi temporali tra la nascita delle navi assemblate e la nascita della scrittura.
Molto rigorosi anche altri contributi che si sono snodati nell’arco dei due giorni, come quello del linguista Michele Longo dell’Università di Palermo, che ha raccolto anche lui la sollecitazione lanciata dallo storico per proporre un possibile impegno interdisciplinare. Lo studioso palermitano ha ravvisato in particolare alcune convergenze tra la prospettiva tracciata da Carlo Ruta sulla derivazione storica della scrittura dalle tecniche del legno nautico assemblato e l’esame dei processi linguistici nel mondo preistorico e protostorico in corso d’opera presso l’Ateneo di Palermo e in ambiti interuniversitari. Esaustive e utili al dibattito sono state inoltre due panoramiche dei processi tecnologici tra preistoria e storia. È quel che hanno proposto l’archeologo Claudio Giardino, che ha tracciato un quadro generale delle prime tecnologie minerarie e metallurgiche, e Corrado Fianchino, storico delle tecnologie, che ha focalizzato l’uso edilizio della pietra in età preistorica e storica, con un focus particolare sulle architetture del tolos. In questo orizzonte di ricerca si collocano, ancora, gli interventi di Umberto Tecchiati, archeologo all’Università Statale di Milano, che fa un focus sull’Italia neolitica e preistorica, dell’egittologo del CNRS Juan-Carlos Moreno García, che apre un proprio percorso paradigmatico sulle agricolture del Nilo in età dinastica, e dell’archeologo Clemente Marconi della Statale di Milano e della New York University.
Altri contributi, che diversificano la prospettiva, sono venuti dall’epistemologo Giuseppe Varnier, dallo storico della modernità Emiliano Beri, dalla studiosa di design Loredana Di Lucchio, da Francesco Aleo, teologo alla Facoltà Teologica di Palermo, e ancora, dal medievista Marco Leonardi, dalla storica del mondo bizantino Sandra Origone, dall’antropologa Annalisa Di Nuzzo e dalla studiosa di estetica Maristella Trombetta. Il palinsesto del dibattito è stato animato infine dalle interazioni con studiosi, docenti e studenti arrivati spontaneamente da diverse parti d’Italia per seguire i lavori.
«L’obiettivo – osserva il direttore scientifico Carlo Ruta – era quello di un confronto mirato, indotto da studi recenti, sulle tecnologie e i modelli cognitivi che resero possibile il passaggio dalla preistoria alla storia. E la discussione ha avuto esiti brillanti, anche se ha presentato qualche problema». Spiega meglio lo storico: «Una parte cospicua degli studiosi presenti si è confrontata con le tematiche proposte, e lo ha fatto con rigore scientifico. Diversi relatori, pur molto preparati, hanno invece tenuto meno conto dell’asse paradigmatico del convegno, rischiando di spostarlo. Ma questo slittamento, ovviamente, non c’è stato e non ha scalfito lo spessore di questo momento di studio, avvenuto sotto l’egida dell’Università degli Studi di Milano, dell’Università di Siena, dell’Università degli Studi di Genova, del Laboratorio di storia Marittima e Navale dell’ateneo genovese, del Centre National de la recherche scientifique di Francia e ovviamente del Laboratorio degli Annali di storia». Allargando la prospettiva, aggiunge Carlo Ruta: «Il senso del lavoro che va facendosi sta nella determinazione a praticare la scienza, produrla, trasmetterla negli spazi e, soprattutto nel tempo, a innovare quindi e a liberare il campo da tutto quel che ostruisce il cammino della conoscenza. In questo senso si può parlare di un impegno strategico, cui tengo moltissimo. Si tratta di preservare la durata delle discussioni prodotte, dei materiali, dei dati, delle fonti. Lo scopo è di garantire una memoria resistente del lavoro che va svolgendosi. Per questo motivo, i convegni sono trascritti, catalogati e conservati anche in digitale, resi fruibili e consultabili quindi negli archivi del Laboratorio e degli Enti scientifici italiani ed esteri che cooperano: tutto ciò in conformità con i diritti di conoscenza che vanno riconosciuti alle comunità di studio, alle cittadinanze e alle generazioni presenti e future».
Quando si andrà allora al 4° Convegno internazionale e quale ne sarà l’argomento? «È previsto – spiega la coordinatrice organizzativa del Laboratorio – nella seconda metà di dicembre 2023, ancora in partenariato con istituzioni scientifiche e didattiche nazionali ed estere, ma sul tema insistono alcune riserve da parte del direttore scientifico, che saranno sciolte entro le prossime settimane. Solo allora si potrà comunicare perciò il tema prescelto».