Bagheria (Pa) – Il vincitore del Premio Campiello Opera Prima 2023, il bagherese Emiliano Morreale, presenterà la sua opera letteraria “L’ultima innocenza” venerdì 11 agosto alle 18:00, nel parterre di villa Cattolica, sede del museo Guttuso.
A dialogare con l’autore il professore Maurizio Padovano. Sarà presente, per i saluti istituzionali, il sindaco di Bagheria, Filippo Maria Tripoli.
Il volume “L’ultima innocenza” edito da Sellerio è la storia di un appassionato frequentatore di sale d’essai periferiche come il Cinema Lubitsch di Palermo, poi archivista in una smisurata cineteca di Roma, e studioso e professore in piccole sedi universitarie di provincia. Il protagonista si imbatte in una serie di storie che attraversano il ventesimo secolo, in uomini e donne che inseguono desideri e visioni di celluloide. Sono vicende vere ma più che inverosimili, e in ognuna si cerca di salvare qualcosa: se stessi, i propri cari, l’amore, la dignità, rincorrendo una redenzione impossibile. Tutti i protagonisti, in un modo o nell’altro, si accorgono che la bellezza, o la fama, non potranno riscattare né loro né il mondo.
L’edizione 2023 del Premio Campiello Opera Prima è stata vinta da Emiliano Morreale con la seguente motivazione: «Dalla Palermo degli anni ’80 alla Polonia della Seconda guerra mondiale; dai bassifondi romani all’America hollywoodiana: attraverso sei inquadrature accomunate dalla presenza dell’io narrante, “L’ultima innocenza” costruisce un percorso attraverso due arti: la letteratura e cinema. Mescolando realtà storica e invenzione o pretesto autobiografico, Emiliano Morreale indaga la linea di confine tra finzione cinematografica e realtà. Il cinema, anche nelle sue manifestazioni deteriori, si rivela un punto d’osservazione privilegiato per comprendere la storia del ‘900 e il nostro paradossale presente».
Emiliano Morreale è nato a Bagheria nel 1973, insegna all’Università «La Sapienza» e collabora al «Venerdì di Repubblica». Ha lavorato in festival e cineteche e scritto libri su Mario Soldati, Carmelo Bene, la nostalgia nel cinema, il mélo degli anni ’50 e il cinema di mafia prima di cimentarsi in questa sua prima opera di narrativa.E’ stato Conservatore della Cineteca Nazionale di Roma dal 2013 al 2016. E’ membro del comitato direttivo del festival “Il cinema ritrovato”(Bologna). E’ stato direttore della collana “Quaderni della Cineteca Nazionale” (Rubbettino) e della collana “Italiana. Storie di cinema” (Donzelli). E’ membro del comitato di redazione delle riviste di fascia A “La valle dell’Eden” e “Fata Morgana”, membro del comitato scientifico delle collane “Cinema” (Rubbettino) e “Frames” (Fondazione Ente dello spettacolo). Dal 2012 è membro del comitato direttivo del CRAD (Centro di ricerche sull’attore e il divismo) dell’Università degli studi di Torino- Dipartimento di studi umanistici.Il suo lavoro di ricerca è centrato su una rilettura socio-culturale del cinema italiano dal dopoguerra in poi. Ha presentato relazioni a numerosi convegni internazionali e ha organizzato: la giornata internazionale di studi “C’era una volta in Sicilia. I 50 anni del Gattopardo” (CSC Cineteca Nazionale/ Assessorato ai Beni Culturali della Regione Sicilia, Palermo 7 dicembre 2013).Nel 2016 ha curato il numero speciale della rivista dell’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles “Carta d’Italia”, dedicato al documentario italiano contemporaneo. E’ responsabile di unità di ricerca (Sapienza Università di Rom) del PRIN “Circolazione internazionale del cinema italiano”, insieme a Università Cattolica del Sacro Cuore (PI)- Università della Svizzera Italiana- Università degli studi di Bologna ed è responsabile di unità di ricerca del progetto PRIN “F- Actor”, insieme a Università di Udine (PI)- Università di Torino- Università di Bologna. E’ responsabile dei progetti di ricerca “Il cinema popolare italiano e la critica internazionale” “Guido Aristarco, “Cinema nuovo” e la cultura cinematografica nel dopoguerra italiano” vincitori di bando di ateneo della Sapienza Università di Roma rispettivamente nel 2016 e 2017.