Firenze – Proroga al 2 febbraio della mostra “Adolfo Coppedè. Tradizione locale e respiro internazionale” all’Archivio di Stato di Firenze. Visite guidate gratuite tutti i venerdì alle ore 15.30.
«Prorogata al 2 febbraio la mostra “Adolfo Coppedè. Tradizione locale e respiro internazionale”. Resta ancora un mese di tempo per “scoprire” – anche attraverso visite guidate a cura di Opera Laboratori – progetti, stampe e disegni del grande architetto fiorentino.
È stata prorogata a venerdì 2 febbraio la mostra “Adolfo Coppedè. Tradizione locale e respiro internazionale” dedicata all’architetto fiorentino (1871-1951) presso l’Archivio di Stato di Firenze. L’esposizione inaugurata lo scorso 23 settembre ha riscosso un notevole successo di critica e di pubblico confermato anche dalle visite guidate gratuite alla scoperta dell’universo Coppedè andate esaurite quasi tutte le settimane. Per ancora un mese di tempo sarà possibile ammirare oltre cento tra disegni, progetti, stampe e foto dell’archivio Coppedè protagonisti di quello che è un vero e proprio viaggio alla scoperta di una delle figure di maggior rilievo nell’architettura civile italiana della prima metà del ’900.
Per tutta la durata dell’esposizione, che avrebbe dovuto chiudere i battenti il 12 gennaio, tutti i venerdì alle ore 15,30 sarà possibile prendere parte alle visite guidate gratuite, disponibili su prenotazione, gratuita e obbligatoria al numero 0552989891, affidate alle operatrici didattiche professionali di Opera Laboratori.
La mostra, visitabile ad ingresso gratuito dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 17.00, costituisce l’occasione per ufficializzare l’acquisizione da parte dell’Istituto di un consistente nucleo documentario afferente all’archivio Coppedè, già depositato presso l’Archivio fiorentino nel 1999 e acquistato nel 2020.
Formatosi a Firenze principalmente nella bottega di intaglio paterna, all’insegna di un artigianato artistico che ambiva a elevarsi ad arte ufficiale, Adolfo raggiunse la fama come architetto con i lavori per le sale del palazzo della Nuova Borsa di Genova; proseguì poi senza sosta e con alterne fortune la sua attività, sia in Italia sia all’estero, fino al 1937, quando decise di ritirarsi definitivamente dalla scena pubblica.
L’esposizione curata da Chiara Cappuccini, funzionario archivista dell’Archivio di Stato di Firenze, documenta la vicenda professionale di Coppedè mettendo in luce alcuni aspetti nodali della sua produzione, a partire proprio dal lavoro all’interno della bottega di intaglio del padre Mariano, La Casa Artistica, che gli diede modo di formarsi nel solco della tradizione ebanistica fiorentina, ma anche di aprirsi al contesto internazionale, grazie ai progetti realizzati per importanti committenti esteri.
Del prestigioso progetto architettonico relativo alla decorazione interna delle sale del palazzo della Nuova Borsa di Genova (1909-1912) si presentano per la prima volta i cartoni preparatori delle vetrate e del lucernario del salone: cinque disegni di grande formato, dal tratto deciso e dai colori vivaci, oggetto di un recentissimo intervento di restauro finanziato dall’Archivio di Stato di Firenze.
La versatilità dell’architetto si manifesta con evidenza nel suo lavoro a Firenze, che annovera numerosi progetti che solo in parte videro la luce: la villa Pagani Nefetti a Bellosguardo, importante esempio cittadino di stile eclettico; il Teatro-giardino Alhambra (1919-1921), modello di commistione di riferimenti liberty ed esotici, che sorgeva nei pressi di piazza Beccaria al posto dell’attuale sede del quotidiano La Nazione; il Teatro Savoia, in seguito divenuto noto come cinema Odeon; infine, una monumentale galleria nel centro storico di Firenze, tra il Duomo e S. Lorenzo, che gli costò una feroce stroncatura da parte di D’Annunzio e rimase irrealizzata.
Il percorso è arricchito da uno spazio multimediale dedicato al fratello di Adolfo, Gino Coppedè, di cui saranno mostrati in video i disegni appartenenti al suo archivio».
Archivio di Stato di Firenze, viale Giovine Italia 6
Ph. Opera Laboratori Fiorentini S.p.A.
Giuseppe Longo