Roma – Artisti a Villa Borghese” – Giovedì 27 giugno Physarum polycephalum di Carolina Lombardi.
«Giovedì 27 giugno, al Museo Carlo Bilotti – Aranciera a Villa Borghese sarà presentato la videoinstallazione Physarum polycephalum di Carolina Lombardi.
La Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali propone un ciclo di incontri Artisti a Villa Borghese, ospitati in due luoghi evocativi all’interno del parco pubblico più noto della città: il Casino dell’Orologio – Salone del Pergolato e il Museo Carlo Bilotti – Aranciera a Villa Borghese.
Il programma di incontri si focalizza sulla cultura artistica contemporanea, con particolare riferimento al patrimonio artistico e naturalistico delle Ville storiche urbane, punto cardine dell’opera di tutela e valorizzazione della Sovrintendenza Capitolina.
Il primo appuntamento domani, giovedì 27 giugno alle ore 17.30, al Museo Carlo Bilotti – Aranciera a Villa Borghese è dedicato a Carolina Lombardi che presenterà la videoinstallazione “Physarum polycephalum”. A seguire l’artista dialogherà con studiosi appartenenti a differenti ambiti culturali e disciplinari: Emanuele Bevilacqua (Docente Università della Svizzera Italiana, analista dei media, giornalista e scrittore); Edmondo De Liguori (Docente, storico della filosofia e saggista); Maria Giuseppina Di Monte (Direttrice, Museo Hendrik Christian Andersen, Roma); Cleofe Palocci (Docente, Bio e Nanotecnologie, Direttrice CIABC, Dip. di Chimica, Sapienza Università di Roma); Gabriele Simongini (Critico d’arte e Docente, Accademia di Belle Arti, Roma)».
Museo Carlo Bilotti Aranciera di Villa Borghese, Via Fiorello La Guardia, Roma
Schede biografiche “Artisti in Villa”
Lucilla Catania
Lucilla Catania si forma a Roma, dove studia e si diploma in scultura all’Accademia di Belle Arti con Emilio Greco. Fra il 1980 e il 1981 si stabilisce in Francia e, attraverso la conoscenza di César, entra in contatto con la cultura artistica mittleuropea. Nel 1982, tornata a Roma, si concentra sulla creazione di una serie di sculture in terracotta che contengono i fondamenti dell’autonomia della sua poetica, lontana dal concettuale e dai formalismi dell’epoca. Inizia a operare su grandi formati, anche per rafforzare la propria autonomia estetica e formale, iniziando a utilizzare pietra e marmo. La coerenza del suo percorso è precisa già dal 1991, anno in cui pubblica Fondazione di una Nuova Classicità per l’Arte Contemporanea, dove definisce l’origine, la fisionomia e la teoria della sua poetica. Numerose e importanti le partecipazioni a mostre nazionali e internazionali. Prestigiose istituzioni museali iniziano ad acquisire le sue opere, tra cui il Museo della Scultura Contemporanea di Matera, la Soprintendenza dei Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Lazio e la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. È ideatrice e promotrice dell’importante progetto Sculture in Campo (2017), un parco di scultura all’aperto dove accanto alle sue opere si stanno via via affiancando sculture e installazioni di altri artisti. Un luogo della contemporaneità, immerso nella natura che si confronta con essa, inserito nel continuum spazio-temporale di Bassano in Teverina (VT). Un luogo del contemporaneo che nasce anche dal desiderio di restituire una centralità alla scultura con in più la connotazione sociale, sia per la volontà di recuperare il rapporto tra arte, natura e territorio sia per la sua lontananza da scopi commerciali. Di recente é stato costituito l’Archivio Lucilla Catania curato da Valentina Gramiccia.
Alberto Di Fabio
La prima formazione dell’artista si deve al padre, anche lui artista, Pasquale Di Fabio. Studia presso l’Accademia di Belle Arti di Roma e quella di Urbino dove si dedica all’incisione. É l’amico Alighiero Boetti a incoraggiarlo a perfezionarsi all’estero, tanto che decide di recarsi a Parigi presso la Cité des Arts e poi, nel corso degli anni Novanta, a New York rimanendo attratto dall’espressionismo astratto americano. Entra in contatto con Richard Long, Ed Ruscha, Jenny Saville, Donald Baechler e Philip Taaffe. Nel 1996 partecipa per la prima volta alla Quadriennale di Roma, alla quale esporrà anche nel 2003 e nel 2008. Nel corso delle sue permanenze a New York avvia una intensa attività espositiva. Partecipa alla rassegna The Return of Exquisite Corps a The Drawing Center Museum (1993). Collabora con Larry Gagosian che li esporrà presso sue varie gallerie (London 2002 e 2007; Beverly Hills 2004; New York 2010; Athens 2011; Geneve 2014). Nel 2001 rientra stabilmente a Roma, seppur mantenendo lo studio a New York. La sua pittura trae essenzialmente ispirazione dal cosmo e dagli elementi che compongono il mondo della natura. Indaga su reazioni chimiche, fusioni minerarie, atomi, il DNA, il sistema neuronale, ingrandendoli come sotto un microscopio. Fra Arte e Natura, Arte e Scienza, così come testimoniano i cicli pittorici Sinapsi, Neuroni, Quanti, Atomi, Molecole, Campi magnetici. Nello stesso periodo prende avvio il suo confronto con le problematiche sociali che lo portano a realizzare nel 2003 la serie Vouge world compiuta rielaborando in toni surreali riviste illustrate di moda. Su ispirazione del lavoro di Joseph Beuys si va sempre più occupando delle problematiche ecologiche che concretizza, nel 2004, nell’azione Ri-impianto, nell’isola di Ponza. Si cimenta altresì col mondo dello spettacolo e del video, progettando degli animation paintings per le scene del tour musicale di Heather Nova (2013). In occasione dell’edizione 2010 del Premio Michetti viene insignito del Premio Dante Ruffini e Maddalena Pettirosso, per le relazioni dei suoi dipinti con il mondo della fisica e dell’astrofisica. Su tale scia nel 2014, tiene una conferenza e mostra personale presso il CERN di Ginevra. Nel 2016 pubblica il suo primo romanzo Nei cieli della mente.
Carolina Lombardi
Artista e poetessa ha al suo attivo una lunga esperienza in fatto di sperimentazioni artistiche e mixed media, data anche dalla sua formazione come restauratrice. Nel tempo ha operato dalla pittura al tessile dal video alla luce, fino all’installazione site specific e la parola intesa anche come fonema visivo. Da diversi anni l’artista si dedica a iniziative di carattere sociale e di sensibilizzazione ambientale, affrontando tematiche cruciali quali l’inquinamento da microplastiche, la violenza sulle donne e l’assistenza umanitaria ai più vulnerabili e ai migranti. Temi che hanno strutturato poi la sua capacità creativa e teorica. Ha esposto in numerose mostre collettive e personali, fra le quali ricordiamo quelle recentissime a Roma: Ricamando il caos (novembre 2023-febbraio 2024), presso gli spazi del Museo Hendrik Christian Andersen, e Discursus/Narrazione 5 (dicembre 2023-febbraio 2024), al Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo. La sua attività si estende anche in ambito letterario con la pubblicazione di sillogi poetiche, fra le quali Elegia del vuoto (2018) e Danza di luci e ombre (2021), partecipando a numerosi readings poetici in spazi pubblici e istituzionali.
Luca Padroni
L’artista ha una formazione particolarmente internazionale. Ottiene prima un diploma (BTEC) presso il Kent Institute of Art and Design, poi la laurea in belle arti (BA) presso la Slade School of Fine Arts di Londra. Nel 2001 vince una borsa di Studio Fulbright e frequenta per un semestre il San Francisco Art Institute. Attualmente vive e lavora a Roma dov’è anche nato. Fin dall’inizio della sua attività pittorica decide di lavorare su larga scala, partendo però da disegni e studi di piccolo formato, a olio, che si evolvono in dipinti monumentali dove il colore domina l’uso eppur potente del colore. Derivato probabilmente da un’infanzia trascorsa in vari paesi africani, tra cui il Sudafrica, l’artista ha sviluppato un fascino speciale per la natura e il mondo animale, ora più che mai minacciati, tanto che solo a prima vista le sue opere possono fare pensare a un racconto incantato per poi determinarsi nel disagio sociale della natura violata. Si pensi ad esempio alla serie di Giungle, un tentativo dell’artista di comunicare e ricordare da dove veniamo, l’identità delle nostre radici primordiali, nel legame continuativo con la natura. Padroni ha partecipato a numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Tra alcune di quelle ospitate presso spazi pubblici per l’arte contemporanea si ricordano: I Valori Personali, a cura di Claudio Crescentini, al MACRO Testaccio di Roma (2017); Scorribanda, a cura di Fabio Sargentini, alla Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma (2018) e Summer Exhibition, a cura di Timothy Hyman, alla Royal Academy di Londra (2019). Nel 2010 è stato finalista al Premio Terna.
Lina Passalacqua
Conosciuta oggi come “L’ultima futurista”, rappresenta una delle figure femminili legate appunto al futurismo degli epigoni, per i suoi continuativi rapporti con il “Futurismo Oggi”, fondato da Enzo Benedetto nel 1967, e con il pittore Antonio Marasco. Sotto l’egida critica di Mario Verdone e Vito Apuleo. Dagli anni Settanta numerosissime le mostre antologiche e personali, nazionali e internazionali a cui ha preso parte. Nel 1998 riceve il Premio Città di Pizzo, con la motivazione: «Lina Passalacqua è una delle pochissime figure femminili del Secondo Futurismo, la cui opera andrà storicizzata nelle successioni del movimento». Nel 2000 è invitata a partecipare al I International Forum for a Culture of Peace by Mediterranean Women Creators (Rodi), sotto il patrocinio dell’UNESCO. Vi parteciperà per diversi anni. Nel 2007 viene inserita nell’Artists’ Viewing Program (A.V.P.) del MoMA di New York e l’anno successivo riceve la medaglia commemorativa del Presidente della Repubblica in occasione del Premio di pittura Città di Pizzo. Nel 2009 riceve il Premio per il Neofuturismo nella categoria “Pittura Storica” alla Biennale d’Arte di Lamezia Terme. Un video sull’artista è stato realizzato nel 1990, per la regia di Pino Passalacqua, classificato al terzo posto del “III Festival Cinema e Arte”. Mentre nel documentario-intervista Lina Passalacqua. L’essenza geometrica delle passioni (2023), per la regia di Giulio Latini, l’artista introduce molti temi e iconografie della sua pittura.
Giuseppe Salvatori
L’artista è stato uno degli esponenti di spicco del ritorno alla pittura figurativa alla fine degli anni Settanta. Nel 1980 partecipa alle due mostre pubbliche ricognitive sulle ultime tendenze dell’arte italiana contemporanea: a Bologna, alla Galleria Comunale d’Arte Moderna, con i Nuovi-Nuovi di Renato Barilli e a Ferrara, alla Loggetta Lombardesca, con Italiana: la nuova immagine di Achille Bonito Oliva. Da allora la partecipazione a mostre non si è mai fermata. La sua ricerca espressiva nasce da una appassionata rivisitazione dell’arte italiana del primo quarantennio del Novecento, riagganciandosi in special modo alla Metafisica. Salvatori in seguito lavora a quadri di architettura, di natura morta e di paesaggio, costruendo una poetica fondata sull’opposizione natura-cultura e che si esplica nello stretto rapporto con il mondo letterario di cui condivide progetti e suggestioni. Tra il 1987 e il 1988 si specifica nella tecnica della tempera che gli permette di realizzare opere di grandi dimensioni, come, ad esempio, quelle presentate alla Biennale di Venezia nel 1990. La sua ricerca procede sulla scia della sintesi formale tra figura e astrazione che animerà tutte le opere a venire. Negli ultimi anni l’artista ha privilegiato soggetti di più ampio respiro, a scongiurare una eccessiva frammentazione e varietà di figure, con opere di comunicazione e valori più diretti.
Vincenzo Scolamiero
Docente di Pittura presso il Dipartimento di Arti Visive dell’Accademia di Belle Arti di Roma si occupa dagli anni Ottanta di elaborazioni visive in simbiosi con gli elementi naturali ma anche con il suono e la musica. Numerose sono le mostre personali e le rassegne espositive di carattere nazionale e internazionale alle quali ha partecipato: dalla Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma, alla Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, dalla Biennale d’Arte Sacra di Teramo all’importante rassegna The return of the cadavre exquis, al Drawing Center di New York, fino alla mostra Italia Giappone-venti artisti a confronto mostra tenutasi presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Nel 2014, 2015 e 2017 è presentato al Busan Art Fair di Busan, in Corea. Nel 2015 è invitato a New York per una residenza d’artista dalle gallerie Kips Gallery, bcs Gallery e ARNPY, Long Island, New York. Nel 2017 inizia un rapporto di collaborazione con la compositrice Silvia Colasanti per la quale elabora video scenografie e immagini per il frontespizio e il booklet del Requiem Stringeranno nei pugni una cometa, commissionato alla compositrice dal 60° Festival dei Due Mondi di Spoleto per commemorare le vittime dei terremoti in centro Italia. Nel 2018 termina la realizzazione di sette libri-opera realizzati a quattro mani con la Colasanti sul suo Quartetto d’Archi: Ogni cosa ad ogni cosa ha detto addio. Nello stesso anno viene invitato ad esporre presso l’Art Museum di Phoenix – China nella rassegna Italian Contemporary Art of Cross-Cultural Vision, a cura di Zhang Yidan e Wang Shengwen. Persegue da anni la ricerca e la “meraviglia” di un “luogo altro” per l’anima tramite le cose più semplici e minute, come ad esempio l’utilizzo nel pigmento del colore di zolle, foglie racimoli d’uva.
Ph. Carolina Lombardi Melma “Physarum polycefalum”, video-stills della videoinstallazione.
Giuseppe Longo