Usanze e costumi del tempo che fu: Termini Imerese e i ponti succedanei, denominati da lavata râ lana e i “Nanni” di Carnevale

Termini Imerese (PA) – In Sicilia, e nello specifico, a Termini Imerese, come peraltro anche nelle altre regioni d’Italia, all’approssimarsi del matrimonio, le famiglie dei due fidanzati, si davano un gran da fare per arrivare a tutto punto e in perfetto ordine a quel fatidico giorno. In programma c’era anche l’allestimento e la preparazione dei materassi di lana che la ragazza avrebbe portato in dote. Normalmente, nel corredo della futura sposa (nel nostro caso a Termini) erano previsti almeno quattro materassi (2+2) per letto grande. Le famiglie termitane, soprattutto quelle più benestanti, si riunivano in prossimità della costa termitana per la rituale sgrassatura della lana grezza che avveniva attraverso l’abluzione in acqua di mare, per poi essere cardata e asciugata al sole. Tornati a Termini, seguiva il riempimento dei materassi per il talamo nuziale.

Termini Imerese. Sottopasso ferroviario di contrada Chianche
Termini Imerese. Sottopasso ferroviario di Via Libertà

I luoghi per effettuare l’operazione di pulizia e cardatura erano i più disparati, c’erano quelli situati “fuori porta” come:

Nello specchio d’acqua in prossimità della Tonnara di Trabia; oppure, sempre nella stessa cittadina, alla fonte d’acqua (1), denominata all’acqua d’oru (N.d.r. acqua d’oro).

Mentre, nel territorio di Termini Imerese venivano utilizzati:

Il tratto di costa di contrada Ginestra;

La riva del versante settentrionale della Rocca del Castello di Termini;

Il torrente “Tre Pietre” e gli omonimi attraversamenti ferroviario e stradale che consentivano l’accesso al litorale (2);

Il sottopasso ferroviario (che conduceva un tempo sulla battigia), che trovasi tutt’oggi lungo la strada statale 113 Settentrionale Sicula (SS 113), nei pressi del numero civico 121.

E infine, un altro passo ferroviario non molto distante dall’imboccatura della via vicinale di Contrada Chianche.

Pertanto, quando le acque del torrente “Tre Pietre” furono canalizzate in corrispondenza dei due sottopassi (stradale e ferroviario), furono utilizzati per l’accesso in riva, i restanti sottopassi: quello posto lungo della statale 113 e l’omonimo, situato a pochi metri dall’imbocco della vicinale di Contrada Chianche.

Il pranzo conviviale delle due famiglie, veniva allietato da canti e balli dell’epoca, e nel periodo carnascialesco, fonti orali (a tutt’oggi sprovviste di documenti iconografici) parlano della presenza delle due maschere decisamente non autoctone, dei Nanni (Nannu e Nanna) del Carnevale termitano (3) (4) i quali per dare un po’ di colore allo speciale evento si associavano all’allegra compagnia.

Una testimonianza di prima mano a cura di Giuseppe Aglieri Rinella, all’epoca, vivace fanciullo nella prima età prescolare, ci restituisce ulteriormente, una bellissima immagine delle fasi di questa antica usanza domestica.

«Ho un vivido ricordo di quello che fu per le famiglie termitane degli anni ’50 il rito della lavata râ lana di buon mattino. L’orario per giungere al sottopasso ferroviario non differiva molto da quello che solitamente era svolto dai contadini nel periodo estivo. Pressappoco, dopo una generosa colazione, tra le ore 6.30 – 7.00, iniziava la giornata, con la partenza di mio padre e l’immancabile carretto trainato dal mulo per recarsi a coltivare i campi verso la zona denominata Tonnarella. Anch’io, alla fine dell’anno scolastico lo accompagnavo nelle sue mansioni lavorative. L’itinerario che percorreva il mio papà era il seguente: partiva dalla sua casa sita in via Monachelle, continuava per il breve tratto di via Vittorio Amedeo, poi, col carretto svoltava a sinistra per affrontare la discesa della via Cavallacci per arrivare a Porta Baddoma (Porta Euracea, altrimenti detta Porta Bellomo, da cui Porta Beddomu corrotto in Baddoma). Seguitava poi per il mercato ortofrutticolo (quando quest’ultimo si trovava nei pressi di Porta Messina o Porta Pescara, porta cittadine, ormai non più esistenti), oggi Piazza della Vittoria; per intenderci, dove si trova l’attuale Ufficio Postale Termini Imerese 1. Indi, ci si avviava verso la stazione ferroviaria, e avanzavamo per la nazionale “Settentrionale Sicula”, nel tratto di via Libertà, per giungere all’inizio della vicinale di Contrada Chianche, dove trovasi a tutt’oggi il sottopassaggio ferroviario. Intraprendendo la strada vicinale, proprio lì, nei pressi del “ponte da lavata râ lana”, io, piacevolmente, alzandomi in piedi dal carretto, osservavo divertito la frenetica attività lavorativa degli astanti in prossimità della riva. Poi, una volta cordialmente salutati col cenno della mano, riprendevamo il nostro percorso che ci avrebbe portati verso la contrada Tonnarella, per raggiungere la località di Piana Bandiera, dove si trovava il terreno di mio papà.

Rammento un’altra circostanza avvenuta nel periodo di agosto-settembre, in cui tra l’altro ero presente e testimone oculare. Infatti, ricordo che il giorno prima della “fatidica giornata” da ambo le parti, le famiglie, si apprestarono ad allestire gli spuntini per il giorno seguente. Infatti, le donne, in cucina, prepararono gustosissimi piatti: caponata, differenti contorni, vari stuzzichini. Difatti, il giorno dopo che gli zelanti lavoratori (già erano in riva dalle sei di mattina e con loro anche i miei parenti) ebbero terminato di lavare la lana, intorno alle ore 13.00, per mangiare e rifocillarsi si recarono tutti nel nostro giardino di proprietà. Fu una meraviglia vedere la tavola apparecchiata con prelibatissime leccornie: a parte i contorni e le insalate, figuravano i piatti colmi di maccheroni con il sugo, pane, carne al ragù, agnello, vari arrosti e naturalmente il vino schietto. Infine, non potevano mancare le portate contenenti i gustosissimi dolci locali. All’imbrunire, stanchi e soddisfatti, avveniva il commiato e il ritorno a casa con i rispettivi carretti, felici di aver trascorso una giornata davvero particolare».

Note:

(1) Giuseppe Longo 2020, I Nanni del Carnevale di Termini Imerese a diporto alla “lavata râ lana”, Cefalunews, 29 aprile.

(2) Giuseppe Longo 2024, Termini Imerese, “U’ ponti da lavata râ lana” per antonomasia ed i nostalgici Nanni di Carnevale di un tempo, Giornale del Mediterraneo, 18 luglio.

(3) Giuseppe Longo 2020, I nanni di Carnevale trapiantati da Palermo a Termini Imerese, Cefalunews, 11 marzo.

(4) Giuseppe Longo 2022, La Società del Carnevale di Palermo e il gran pranzo di beneficenza al Politeama Municipale, Cefalunews, 19 febbraio.

Bibliografia e sitografia:

Le Porte della Città di Palermo al presente esistenti, descritte da Lipario Triziano palermitano, Palermo 1732.

Vincenzo Mortillaro, Guida per Palermo e pei suoi dintorni – P. Pensante 1847.

Gaspare Palermo, Girolamo Di Marzo-Ferro – Guida istruttiva per Palermo e suoi dintorni riprodotta su quella del cav. D. Gaspare Palermo dal beneficiale Girolamo Di Marzo-Ferro – tip. P. Pensante, 1858.

Gioacchino Di Marzo, Diari della città di Palermo dal secolo XVI al XIX – ed P. Lauriel 1871.

Gioacchino Di Marzo, Biblioteca storica e letteraria di Sicilia: Opere storiche inedite sulla città di Palermo – ed. A. Forni 1873.

Enrico Onufrio,“La Conca d’Oro. Guida pratica di Palermo” Fratelli Treves Editori, 1882.

Nicolò Marsala, Termini e i Castelli, 1982.

Giuseppe Longo 2019, La rivincita della “vera” storia del Carnevale Termitano, Cefalunews, 19 gennaio.

Giuseppe Navarra,Termini com’era GASM, 352 pp. 2000.

Giuseppe Longo 2023, Il nuovo imperativo del 2023: buttiamo un quarantennio di fake news sul Carnevale di Termini Imerese!, Cefalunews, 11 gennaio.

Giuseppe Longo 2023, Carnevale di Termini Imerese: la fiaba obsoleta dei Napoliti, con una nostra retrodatazione all’Epigravettiano superiore, Cefalunews, 25 gennaio.

Giuseppe Longo 2023, I proclami dei Carnevali di Firenze e Termini Imerese: Giuseppe Patiri e la Toscana, Cefalunews, 4 dicembre.

Foto a corredo dell’articolo:

Termini Imerese. Lavata della lana alla foce del Tre Pietre. Anni 30’ del XX secolo. Per gentile concessione di Bartolo Bova Conti.

Termini Imerese. Sottopasso ferroviario di contrada Chianche.

Termini Imerese. Sottopasso ferroviario di Via Libertà.

Giuseppe Longo

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