L’Estetica delle pratiche esoteriche

Venezia – “L’estetica delle pratiche esoteriche”: un convegno. Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore (12 – 14 novembre).

«Dal 12 al 14 novembre 2024 è in programma alla Fondazione Giorgio Cini The Aesthetics of Esoteric Practices: Materialities. Performances, Senses, convegno internazionale organizzato dal Centro Studi di Civiltà e Spiritualità Comparate della Fondazione Giorgio Cini.Durante la tre-giorni: il primo premio d’arte RENSEP all’artista Natasha Viosna Moody e un concerto organizzato dall’Istituto di Musica.

Filosofi, sociologi, antropologi, storici, studiosi d’arte da tutto il mondo, si ritroveranno nell’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia, dal 12 al 14 novembre, per presentare i propri lavori di ricerca sull’estetica delle pratiche esoteriche e le loro espressioni attraverso la materialità, le performance e i sensi.

Durante la tre giorni di convegno discuteranno di come le esperienze esoteriche siano percepite, incarnate e condivise e come influenzino profondamente il mondo culturale e d’arte, oltre ad offrire chiavi di lettura inedite sulla realtà e sul contemporaneo.Il convegno esplorerà come queste esperienze non siano solo pratiche individuali, ma siano il risultato di una costruzione collettiva che coinvolge i sensi e le emozioni.

Francesco Piraino, direttore del Centro Studi di Civiltà e Spiritualità Comparate della Fondazione Giorgio Cini, sottolinea: «Questo convegno ha due obiettivi che approfondiscono la doppia definizione di estetica. La prima, più conosciuta, riguarda la bellezza e l’arte. In questo caso intendiamo investigare il ruolo dei movimenti esoterici e spirituali nello sviluppo dell’arte contemporanea e nella cultura popolare; solo per dare qualche esempio, pensiamo all’influenza della Teosofia su Kandinsky e Mondrian, dei Rosacroce sulla musica di Rota e Satie e più recentemente di Aleister Crowley nella musica rock (Led Zeppelin, Rolling Stones e Beatles). La seconda definizione, oramai desueta, si riferisce ai sensi e alle pratiche esoteriche, il che ci porta ad analizzare come questi movimenti religiosi si esprimano attraverso i sensi, il corpo, le pratiche e le performance. Corpo, sensi, arte e spiritualità sono il fulcro di questa conferenza. Queste tematiche sono tornate al centro del mondo dell’arte (si pensi alle ultime Biennali d’arte) ma devono essere ancora pienamente sviscerate nel mondo scientifico».

Organizzato dal Centro Studi di Civiltà e Spiritualità Comparate della Fondazione Cini, vede una stretta collaborazione con prestigiosi centri studi dell’Università Friedrich-Alexander di Erlangen-Norinberga, l’Università di Amsterdam e il Research Network for the Study of Esoteric Practices (RENSEP).

La Fondazione Giorgio Cini si conferma ancora una volta come luogo di riflessione sul mondo, contribuendo a una comprensione più profonda delle complessità culturali e spirituali».

Fondazione Giorgio Cini, Isola di S. Giorgio Maggiore, Venezia

Un premio e un concerto

Le giornate di studio si aprono il 12 novembre con l’assegnazione del Research Network for Esoteric Practice’s Artist Award 2024 (RENSEP), un premio nato dalla collaborazione tra l’omonima no-profit inglese e l’Arts University Plymouth (UK). Vincitrice di questa prima edizione è l’artista anglo-polacca Natasha Viosna Moody per la sua ricerca sull’intersezione tra arte, ecologia ed esoterismo (vedi scheda).

Mercoledì 13 novembre, al termine della seconda giornata, si terrà un concerto del pianista Luca Ieracitano organizzato dall’Istituto per la Musica della Fondazione Giorgio Cini (vedi scheda).

12 novembre, le connessioni con l’arte

Il convegno inizierà con una immersione nelle dimensioni sensoriali e simboliche delle pratiche esoteriche: si discuterà della percezione e dell’elaborazione di eventi immateriali (Ann Taves, University of California, Santa Barbara); le radici esoteriche dell’arte profumiera islamica (Alessandro Cancian, The Institute of Ismaili Studies, Londra); le potenzialità dei materiali luminosi di comunicare lo spirito (Raquel Romberg, CAS-E, Friedrich-Alexander-Universität Erlangen-Nürnberg).

Spiritualità e pratiche esoteriche influenzano da sempre la dimensione artistica: Rachel Denniston (The Courtauld Institute of Art, Londra) approfondirà il tema della curatela come pratica esoterica; Heather D. Freeman (University of North Carolina, Charlotte) e Amy Hale (Falmouth University) parleranno invece della presenza di spiriti digitali con l’irruzione nell’arte dell’intelligenza artificiale; Veronica Caciolli (Accademia di Belle Arti, Ravenna) racconterà le influenze sul mondo delle mostre d’arte contemporanea.

13 novembre, percezione e realtà

La seconda giornata, il 13 novembre, affronterà la connessione tra percezione e realtà: empirismo e modi estetici di conoscere (Katharina Wilkens, Eberhard-Karls-Universität Tübingen); estetica della demonologia (Charles M. Stang, Harvard Divinity School);approcci esteticiper comprende e manipolare il mondo naturale(Beatrice Bottomley, Università di Bologna).

Ci sono pratiche esoteriche che producono risvolti inaspettati nella società. Fryderyk Kwiatkowski (University of Science and Technology, Cracovia)racconterà come la ‘danza magica’ nella celebre serie Netflix THE OA (dramma di fantascienza soprannaturale) abbia ispirato forme di attivismo politico negli Usa. Marco Castagnetto (Università degli Studi di Torino) parlerà dell’influenza sui progetti musicali/performativi di Throbbing Gristle e Psychic TV; Davide Marino (Friedrich-Alexander-Universität, Erlangen-Nürnberg) ci porterà nella cultura popolare cinese, evidenziando le tensioni con le politiche governative.

14 novembre, musica, riti e cultura pop

L’esoterismo ha prodotto anche un’estetica sonora: Owen Coggins (Brunel University, Londra) spiegherà l’influenza sulla cultura musicale del black metal, mentre James G. Mansell (Università di Nottingham) porterà l’attenzione sulla pratica di ascolto esoterico del celebre Big Ben durante la Seconda Guerra Mondiale.

L’ultima giornata di conferenza continuerà a esplorare i forti nessi tra musica esoterica e performance: Keith Edward Cantù (Harvard Divinity School) analizzerà la musica dei Baul e dei Fakir; Anne Dorothy Harley (Scripps College, California) parlerà dello sviluppo della musica d’avanguardia americana come esperienza condivisa di natura esoterica.

Focus centrale della giornata, le tradizioni spirituali: Conerly Casey (Rochester Institute of Technology) ci introdurrà nell’esperienza rituale Bori; Mariano Errichiello (Università di Londra) ci farà conoscere la cerimonia del nīrāngdīn; Zsófia Johanna (University of New Mexico) gli oggetti di meditazione.

Durante la guerra fredda, c’è stato anche un socialismo esoterico: è il caso della Polonia, come spiegherà Monika Bednarczuk (Università di Bialystok); nel frattempo l’Occidente conosceva il boom dei dervisci rotanti, come nel caso della Francia (Hajar Masbah, École des hautes études en sciences sociales).

Scheda:

Concerto per pianoforte a cura di Gianmario Borio e Luca Ieracitano | Istituto per la Musica

In occasione del convegno The Aesthetics of Esoteric Practices: Materialities, Performances, Senses, mercoledì 13 novembre si terrà il concerto curato da Gianmario Borio, direttore dell’Istituto per la Musica della Fondazione Giorgio Cini, e dal pianista Luca Ieracitano.

Tra i tratti salienti del Novecento musicale vi è un diffuso interesse per forme di conoscenza ed esperienze spirituali che in tempi recenti vengono ricondotte alla categoria di “esoterismo occidentale”.

Le composizioni in programma propongono un percorso in questa complessa galassia creativa. Da Aleksandr Skrjabin ed Erik Satie, due figure chiave per l’innesto del pensiero esoterico nei processi di crazione musicale, si giunge a Renato De Grandis, fondatore del Centro Internazionale per la Ricerca Teosofica di Cervignano del Friuli, con l’esecuzione di sue opere raramente programmate. Con le composizioni di Olivier Messiaen e Niccolò Castiglioni l’orizzonte si estende alle spiritualità più intime e radicali della religiosità cattolica.

I manoscritti delle composizioni di Renato De Grandis e Niccolò Castiglioni sono conservati presso l’Istituto per la Musica della Fondazione Giorgio Cini che preserva i fondi archivistici dei due compositori.

Le Fils des étoiles (Il figlio delle stelle) è un’opera chiave del periodo “rosacrociano” di Erik Satie (1866-1925) ed è la colonna sonora composta per accompagnare l’omonimo dramma poetico in tre atti dello scrittore Joséphin Péladan (1858-1918). È la partitura più lunga composta dal maestro e, tuttavia, solo i suoi tre brevi Preludi furono eseguiti alla prima a Parigi il 22 marzo 1892. Successivamente Erik Satie arrangiò i Preludi per pianoforte soloe li pubblicò nel 1896.

I tre preludi sono tra le sue composizioni più radicali: qui il compositore intende la musica come un “decoro sonoro statico”, che funziona indipendentemente dall’azione scenica.

Nel 1987 Renato de Grandis (1927-2008) – allievo di Malipiero e di Maderna – decise di abbandonare la composizione e si dedicò alla filosofia, alla poesia, alla pittura e all’insegnamento. Si interessò alla ricerca sulla Kabbalah, sul Buddismo e sulla Teosofia e fondò il Centro Internazionale per la Ricerca Teosofica di Cervignano del Friuli. Negli anni ’80 viaggiò molto, soprattutto nel sud dell’India. I suoi 48 Preludi per pianoforte rappresentano il suo ritorno alla composizione e sono permeati dalle esperienze dei suoi viaggi e delle sue ricerche.

Anche Aleksandr Skrjabin (1872-1915) fu membro della società teosofica. Vers la flamme in origine sarebbe dovuto essere la sua undicesima sonata, tuttavia per problemi finanziari dovette pubblicarlo in anticipo e divenne un poema. Secondo il pianista Vladimir Horowitz, il pezzo è stato ispirato dalla convinzione del compositore che un costante accumulo di calore avrebbe causato la distruzione del mondo.

Pierre Boulezparla di Olivier Messiaen (1908-1992) come del creatore di una «tecnica cosciente della durata» che evade dagli schemi della metrica occidentale e tesa verso soluzioni di estrema sottigliezza e complessità, dove il ritmo riconquista autonomia rispetto agli altri parametri musicali privilegiati nel passato recente.

Olivier Messiaen mira ad allacciare in stretta simbiosi i fenomeni del suono e della visione colorata, proseguendo così nella direzione aperta dai romantici e portata avanti poi dagli impressionisti. Nei Vingt regards sur l’enfant-Jésus il ritmo si caratterizza per l’adozione deliberata di una metrica sfuggente alla canonica divisione in parti eguali della battuta (la «musique amesurée» di cui parla Messiaen), attraverso l’impiego del cosiddetto «valore aggiunto», un valore minimo, asimmetrico, integrato ad un ritmo qualsiasi, e dei singolari «ritmi non retrogradabili», dei ritmi cioè non passibili di inversione, in quanto, siano letti da sinistra a destra o da destra a sinistra, l’ordine delle durate rimane lo stesso. Qui il programma di sala.

Ingresso libero fino ad esaurimento posti, con registrazione obbligatoria su Eventbrite.

Scheda:

Natasha Viosna Moody. Premio d’arte Rensep 2024

Natasha Viosna Moody è un’artista britannico-polacca. Vive e lavora aLondra. Ha completato il master in Arte ed Ecologia presso l’Università di Londra Goldsmiths nel 2022 e ha un master in Fine Art and Art History presso l’Università di Edimburgo.

Lavora con installazioni scultoree, creazione di immagini e scrittura. La sua pratica esplora l’intersezione tra arte, ecologia ed esoterismo, invitando gli spettatori in un mondo visionario in cui la trasformazione delle piante diventa un canale per riflessioni ecologiche e incontri mistici. Il suo fascino per le storie che intrecciano occultismo, arte e folklore si concretizza in una sorta di pratica d’arte alchemica.

Tra le mostre recenti ricordiamo la sua prima personale, The Living Light of Other Worlds – Seager Gallery (2024), Ostara – Electro Studios Project Space (2024), The stillness of the departing light, Anglican Chapel, Nunhead Art trail (2023).

È la prima artista a essere premiata dal Research Network for Esoteric Practice’s Artist Award 2024, con il suo progetto dal titolo Ghosts of the Great North Wood: Alchemising Ecological Grief. Natasha Moody utilizza infatti l’alchimia come lente per leggere il rapporto umano con il mondo naturale, esplora la foresta archetipica come spazio alchemico e la pratica di evocare i fantasmi di paesaggi perduti.

Il premio è una iniziativa della rete Rensep (Reseach Network for Esoteric Practice) in collaborazione con l’Arts University Plymouth (Regno Unito). Il premio ha l’obiettivo di promuovere nuove ricerche nell’ambito dell’intersezione tra pratica artistica ed esoterica. Dotato di diecimila euro, prevede l’accesso alle strutture di produzione e alle attrezzature dell’Università per la realizzazione di un progetto artistico innovativo che esplori le pratiche esoteriche in modo originale e coinvolgente.

L’artista ha raccontato di aver «scoperto il premio grazie a un tutor a Edimburgo, che mi ha introdotto allo studio dell’esoterico in una lezione di storia dell’arte nel 2018. Negli ultimi sei anni la mia pratica artistica e la mia ricerca accademica hanno ruotato intorno all’intersezione tra il sacro e il mondo materiale, con un focus specifico sulle storie di pratiche esoteriche. Da quando ho intrapreso questo mio viaggio nelle storie e nelle pratiche dell’esoterismo, mi sono trovata a dover spiegare perché l’attenzione al magico sia importante mentre ci avviciniamo al precipizio della crisi antropocentrica. Scoprire di essere stata selezionata è stata una bellissima conferma della rilevanza e del valore del mio lavoro. Una meravigliosa affermazione che la ricerca e l’opera d’arte che coinvolge il misticismo, la magia e altri aspetti dell’occulto vale davvero la pena di essere perseguita».

Info:

Convegno: ingresso libero fino a esaurimento posti.

Concerto: ingresso libero fino a esaurimento posti, previa registrazione su piattaforma Evenbrite.

Info: www.cini.it

Centro Studi di Civiltà e Spiritualità Comparate

civilta.comparate@cini.it

Telefono: +39 041 2710228

Giuseppe Longo

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