“Scultura come deformazione professionale”
Dal 5 ottobre al 3 novembre
Catania – La mostra voluta e ospitata dalla Catania Art Gallery dell’Avv. Salvo Daniele Torrisi, prende il titolo di “Pietro Maietta-Scultura come deformazione professionale” che come sottolineato nel testo critico della curatrice Lisa Parra: «”mette in luce da un lato il principio della “deformazione” che caratterizza tutto il suo linguaggio e dall’altro la deformazione diventa professionale perché il metodo si estende al suo farsi mondo. Infatti, investe tutta la sua pratica ma anche la sua visione che si fa nostra in mostra. Il termine deformazione professionale indica il comportamento di una persona che svolge una certa professione e che ne estende il tipico modo di fare in ogni ambito della sua vita”».
La mostra si struttura come un percorso per permettere all’osservatore di esplorare come l’artista attraverso le sue opere affronti la consapevolezza dell’impossibilità o dell’estrema difficoltà dei legami.
La curatrice Lisa Parra spiega: «”Studiando i lavori incentrati sui soggetti dei bottoni e delle cuciture, l’artista mostra supporti all’apparenza duttili, che simulano quindi le caratteristiche principali che richiamano immediatamente all’occhio, soffici tessuti. Quest’ultimi tenuti insieme, cuciti e connessi da verosimili bottoni, minuziosamente, realizzati, che creano equilibri totalmente nuovi nelle composizioni. Il bottone, riunisce e chiude due lembi di tessuto, crea un punto di sutura, rimargina una possibile ferita del supporto. Infatti, questo elemento simboleggia, il desiderio di chiudere o proteggere qualcosa, come emozioni o segreti, oppure la voglia di aprire o chiudere parti della propria vita.
Le barchette in resina dell’artista, navigano sulla superficie sciolta tipica dei suoi supporti o talvolta su aree dure, dove l’acqua diviene un blocco solido, rigido e inattraversabile. Le barchette a vela avrebbero il compito di unire i popoli, trasportare esseri umani e facilitare incontri, scambi e possibilità. Esse però appaiono instabili, insicure nel loro incedere, nel loro navigare il mare degli eventi. Eppure resistono, restano a galla, non affondano. Simulano un breve percorso nel profondo dell’uomo, negli anfratti più nascosti della mente. Gli “Approdi” mostrano, equilibri instabili, legami difficili da creare, piattaforme all’orlo dell’incidente e scontri tra gli elementi. Bottoni e barchette richiamano l’infanzia dell’artista, infatti sono elementi legati al gioco che nascondono però nella loro apparente innocenza un oceano di significati e connessioni psicologiche e sociali profonde”».
La mostra è visitabile nei locali della Catania Art Gallery fino al 3 novembre
Orario visite: Dal lunedì al sabato dalle ore 11 alle 18 su appuntamento
Pietro Maietta è nato nel 1970 a Capodrise (Caserta), dove vive; mentre il suo studio si trova a San Marco Evangelista (Caserta).
Si è diplomato in Scultura all’Accademia di Belle Arti di Napoli nel 1995.
Ha esordito come artista con una pittura informale e materica, che ha abbandonato ben presto per dedicarsi esclusivamente alla scultura, sperimentando nel tempo tecniche e materiali più diversi.
Le tematiche affrontate nella sua produzione sono in continua evoluzione: da una iniziale ricerca legata alla problematica della comunicazione, affrontata in modo antropologico, ha poi scelto di dedicarsi alla precarietà della materia solida. Le possibili deformazioni della materia sono una questione che ha spesso reiterato, deformando fino al paradosso e rendendo apparentemente irreali le forme di oggetti reali.
A partire dal 2000 suoi lavori sono stati esposti in numerose mostre in Italia: ha esordito con la Galleria Studio Legale, con la quale ha partecipato a numerose fiere d’arte, tra cui Artefiera Bologna e Art Verona; nel 2011 è stato selezionato per partecipare alla 54 Biennale di Venezia – Padiglione Italia (Lo stato dell’arte); nel 2016 e stato finalista del Premio Arte Mondadori; nel 2017 ha iniziato la sua collaborazione con la Galleria Centometriquadri Arte Contemporanea.
Molte delle sue opere sono presenti in diverse collezioni pubbliche e private.
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