Torino – Rabbit Inhabits the Moon. L’arte di Nam June Paik allo specchio del tempo (19 ottobre 2024 – 23 marzo 2025). Inaugurazione venerdì 18 ottobre ore 18.00.
La mostra
«La mostra Rabbit Inhabits the Moon è costruita attorno alla figura di Nam June Paik (Seul, 1932 – Miami, 2006), artista centrale nel panorama culturale del XX e del XXI secolo, considerato uno dei pionieri della video arte. Con una formazione da pianista e musicologo, nelle sue opere Paik pone l’accento sul progresso tecnologico utilizzando un linguaggio contaminato che, agli aspetti legati ai mass media e ai riti di una società capitalistica e commerciale di tipo occidentale, unisce i principi rituali legati alla poesia, alla musica e alla tradizione culturale e sciamanica coreana.
Come si evince sin dal titolo, il topos letterario del coniglio sulla luna, che attraversa diverse culture dell’Estremo Oriente – Cina, Giappone, Corea – fino all’Asia centrale, all’Iran e alla Turchia, è il punto d’avvio da cui si diramano e convivono in maniera organica gli altri nuclei tematici.
Ispirandosi all’omonima installazione di Paik del 1996 – in cui il coniglio della leggenda diventa una scultura lignea che osserva l’immagine della luna all’interno dello schermo di un televisore – nella mostra realtà e immaginazione, tradizione e tecnologia si incontrano, si ripetono e si specchiano, in una sintesi ideale di contenuti che, con un complesso gioco di rimandi e riletture, affiorano nel percorso espositivo.
Anche l’allestimento evidenzia la convivenza di simboli, tecniche, materiali e manifatture afferenti a epoche e ambiti geografici differenti, creando un itinerario privo di coordinate cronologiche fisse dove, come in una tessitura, i temi si muovono paralleli, si intersecano e riemergono ciclicamente.
In dialogo con le opere di Paik, Rabbit Inhabits the Moon presenta pezzi di artisti coreani contemporanei come Kyuchul Ahn, Jesse Chun, Shiu Jin, Young-chul Kim, Dae-sup Kwon, Chan-Ho Park, Sunmin Park ed eobchae × Sungsil Ryu, che spaziano da composizioni sonore a video e installazioni, esplorando come la tradizione possa essere reinterpretata e reimmaginata.
La mostra è ulteriormente arricchita dall’inclusione di manufatti coreani, prestati dal Musée Guimet di Parigi, dal Museo d’Arte Orientale ‘E. Chiossone’ di Genova e dal Museo delle Civiltà di Roma, che vanno dal X al XX secolo. Questi manufatti, tra cui mappe antiche, dipinti e ceramiche, non solo tracciano lo sviluppo storico e artistico della Corea, ma evidenziano anche la continuità culturale tra passato e presente, nonché gli scambi interculturali che collegano il mondo orientale e quello occidentale.
Centrale all’interno del progetto è inoltre l’elemento sonoro, musicale e performativo, che compare nelle forme più diverse sia nelle opere di Paik, legate in particolare alla sua partecipazione al movimento Fluxus e al sodalizio duraturo instaurato con la violoncellista Charlotte Moorman, sia nelle rielaborazioni proposte dagli artisti contemporanei.
Specificatamente commissionata dal MAO per la mostra è la composizione Sounds Heard from the Moon. Part 2 (2024) di Jiha Park, mentre l’installazione Nocturne No. 20 / Counterpoint (2013-2020) Kyuchul Ahn, che propone una rivisitazione della musica di Chopin, sarà attivata grazie alla collaborazione con le pianiste Gloria Campaner e Sun Hee You il giorno dell’inaugurazione, il 2, 3 e 21 novembre, il 22 dicembre e in altri appuntamenti per tutta la durata dell’esposizione.
Questa mostra celebra il 140° anniversario delle relazioni diplomatiche tra Corea e Italia ed è organizzata in collaborazione con il Nam June Paik Art Center (Yongin, Corea), la Fondazione Bonotto (Colceresa, Italia) e con il supporto della Korea Foundation.
L’inaugurazione
Per la serata inaugurale, venerdì 18 ottobre alle ore 19.30, il MAO propone in collaborazione con il Mercato Centrale Torino una performance dal carattere fortemente spirituale del gruppo coreano Gooseung che, partendo dal museo, si muoverà in processione insieme ai partecipanti per le vie del Quadrilatero fino ad arrivare in piazza della Repubblica.
Il nome della compagnia Gooseung, composto dai caratteri coreani “구(출)” e “승(쫓)” che significano rispettivamente “vecchio” e “portare avanti”, rimanda alla volontà del gruppo di tramandare le arti tradizionali coreane innovandole e unendo in modo organico la tradizione e la modernità della cultura della Corea del Sud. Attraverso diverse forme artistiche, tra cui musica tradizionale, arte acrobatica e danza, il gruppo offre una performance entusiasmante, dove la spiccata ritualità non limita, ma esalta la spettacolarità di un’esibizione accessibile a tutti».
Museo d’Arte Orientale, via San Domenico, 11, Torino
Il public program della mostra
Domenica 15 dicembre
Doppia performance h. 11:30/16:00
Hyunhye (Angela) Seo
Paesaggi sonori che si fanno scultorei attraverso improvvisazioni estatiche al pianoforte.
Domenica 23 febbraio
Doppia performance h. 11:30/16:00
Diana Lola Posani
Un’esplorazione del non detto, come in un urlo che si trasforma in silenzio.
Giovedì 6 marzo h 21:30
Evento in collaborazione con The Listeners e Combo
Combo, Corso Regina Margherita 128
BELA
Un rituale dedicato alla rabbia e al dolore queer.
Domenica 23 marzo
Doppia performance h. 11:30/16:00
Francesca Heart
Viaggio emozionale che esplora il femminismo legato all’acqua, si perde nella mitologia acustica e danza con grazia nella coreografia dei paesaggi.
Info:
https://www.maotorino.it/it/evento/the-rabbit-inhabits-the-moon
Giuseppe Longo