A Monselice si presentano gli Atti del convegno su Nino Barbantini

Monselice (PD) – A Monselice si presentano gli Atti del convegno su Nino Barbantini. Castello di Monselice, Aula Businaro, 29 maggio, ore 11.00.

«A Monselice vengono presentati gli Atti del convegno su Nino Barbantini. Appuntamento il 29 maggio: i saggi sulla figura di Nino Barbantini, lo straordinario artefice delle collezioni di Vittorio Cini, sono pubblicati nel nuovo numero della rivista scientifica ‘Saggi e Memorie’ dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini.

Nell’ottobre 2022 si è tenuto al Castello di Monselice un importante convegno sulla figura di Nino Barbantini (1884 -1952), critico d’arte e museografo, protagonista della vita culturale e artistica veneziana e artefice delle straordinarie collezioni di Vittorio Cini, nonché primo presidente della Fondazione Giorgio Cini.

Di quel convegno ora sono disponibili gli Atti, pubblicati nella rivista Saggi e Memorie, preziosa pubblicazione scientifica edita dall’Istituto per la Storia dell’Arte della Fondazione. Il volume verrà presentato al pubblico il 29 maggio 2024, alle ore 11.00, nell’Aula Businaro del Castello di Monselice.

All’incontro, promosso dalla Fondazione Giorgio Cini, in collaborazione con la Regione del Veneto, interverranno Renata Codello, Segretario Generale della Fondazione e Luca Massimo Barbero, direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte; il sindaco di Monselice Giorgia Bedin, gli assessori regionali Francesco Calzavara e Cristiano Corazzari, la presidente della sesta commissione consiliare permanente del Consiglio regionale del Veneto Francesca Scatto; l’Amministratore Unico Veneto Edifici Monumentali s.r.l. Aldo Rozzi Marin. L’incontro sarà presentato dallo storico dell’arte e docente emerito Sileno Salvagnini.

La presidente della commissione consigliare veneta ribadisce come «la collaborazione tra la Fondazione Giorgio Cini e la Regione del Veneto ha senza dubbio contribuito a tessere quel fil rouge tra politica e cultura che troppo spesso risulta spezzato. Credo infatti che la capacità di spendersi nelle arti porti a quella conoscenza del ‘bello’ che crea una connessione tra politica e territorio destinata ad essere un modello etico da seguire».

Come ricordano gli assessori regionali, «questa pubblicazione rientra tra le attività di un più ampio accordo di collaborazione tra la Regione del Veneto e la Fondazione Cini, un accordo che rinnova l’impegno dell’Amministrazione regionale nell’ambito della promozione della cultura e del patrimonio artistico, lavorando in sinergia con le eccellenze culturali e artistiche del territorio e con le altre realtà locali per creare un polo attrattivo che arricchisca la vita culturale dei cittadini, crei bellezza, e apporti un forte valore aggiunto diventando richiamo per studiosi e visitatori».

«È significativo che proprio a Monselice si discuta del sodalizio tra l’imprenditore mecenate e lo studioso che ha segnato per decenni l’indagine critica e la museologia italiana – afferma Luca Massimo Barbero – E ancora più importante è che la pubblicazione degli Atti di quel convegno avvenga all’interno di una rivista così importante per gli studi della storia dell’arte: Saggi e Memoria unisce davvero il legato ciniano e il pensiero di Barbantini, esponendoli allo sguardo di nuove generazioni di studiosi».

Proprio il rapporto tra Nino Barbantini, Vittorio Cini e il Castello di Monselice è al centro dei saggi raccolti nel volume: alla metà degli anni Trenta, infatti, il celebre museografo venne scelto da Cini come responsabile del progetto di restauro e allestimento della dimora monselicense, riportando in vita l’atmosfera medievale e rinascimentale, grazie a un’accurata ricerca di oggetti d’arredamento (mobili, dipinti, tappeti, arazzi, ceramiche, strumenti musicali e stoffe) e di armi. Tra l’esperto d’arte e l’imprenditore collezionista si consoliderà a quel punto un fraterno sodalizio culturale.

Come sottolinea Renata Codello, «quello tra Vittorio Cini e Nino Barbantini è stato un ‘sodalizio del bello’, per riprendere una definizione di Bernard Berenson, che fin da subito si è tramutata in un’amicizia profonda. L’imprenditore si fa guidare e finisce per compiere un suo personale percorso che lo porta non solo a rendere la Rocca di Monselice un luogo magico ma anche ad avere gli strumenti vent’anni dopo, per fare di un’isola abbandonata ​come San Giorgio Maggiore un laboratorio di cultura e di pensiero».

Gli Atti del convegno si aprono proprio sulla formazione del sistema museale cittadino, che molto deve a Barbantini, come scrive Donata Levi (Università di Udine) ricostruendo il composito quadro del tempo, sullo sfondo di uno scontro politico fra i fautori di uno splendido isolamento e nuove esigenze di modernizzazione.

All’interno di tale sistema spiccano alcuni casi peculiari, sapientemente approfonditi e analizzati nel volume: la vicenda di Ca’ Rezzonico, ripercorsa dallo storico dell’arte Alberto Craievich, la cui nascita come Museo del Settecento veneziano è posta in relazione all’epocale Mostra del Settecento italiano (1929), curata dallo stesso Barbantini; il caso del Museo d’Arte Orientale di Venezia, prima raccolta statale di arte asiatica in Italia, alla cui creazione il critico ferrarese contribuì in modo significativo, come viene illustrato nel saggio della direttrice Marta Boscolo.

Il ruolo ‘demiurgico’ di Barbantini emerge anche in altre importanti pagine di storia museologica: emblematico il suo intervento negli anni Trenta al Castello di Monselice, in veste di consulente di Vittorio Cini, puntualmente analizzato dagli storici dell’arte Antonella Chiodo e Alessandro Martoni.

Propulsivo fu il suo ruolo nell’ambito della critica d’arte: dalla cura della celebre mostra del Rinascimento ferrarese del 1933 (che ebbe peraltro l’effetto dirompente di ispirare l’Officina ferrarese di Roberto Longhi del 1934), di cui scrive Mauro Natale, professore emerito all’Università di Ginevra. Altrettanto celebre la monografica veneziana su Tiziano del 1935: qui traspare, come efficacemente evidenziato dal docente dell’Università di Padova Marsel Grosso, ’lo stile di Barbantini’, riconoscibile nell’eleganza degli allestimenti e nell’attenzione alla fruibilità delle opere.

Tali risultati non sarebbero stati possibili senza la grande capacità di confronto con singolari protagonisti della vita culturale del tempo, come mettono in luce gli interventi di Alice Cutullè (Università di Torino) e di Marta Nezzo (Università di Padova), dedicati rispettivamente al rapporto con Gino Fogolari, sorto all’insegna di una ‘fraternità fedele’, e quello con Ugo Ojetti, caratterizzato da una peculiare sinergia di intenzioni nel guidare la politica espositiva delle ‘maggiori’ città d’arte italiane.

Elisabetta Barisoni, responsabile di Ca’ Pesaro per la Fondazione Musei Civici di Venezia affronta i risvolti dell’attività di Barbantini in qualità di primo direttore di Ca’ Pesaro dal 1907 al 1937. La storica del vetro Rosa Barovier Mentasti invece si sofferma sui maestri ed artisti del vetro nelle mostre capesarine. In chiusura il saggio di Sileno Salvagnini dedicato a Biennali, lo ‘spietato articolo’ con cui il critico ferrarese stroncava la Biennale del 1932, offrendo nuovi ed importanti spunti di riflessione, nell’ambito di un più ampio affondo sul ruolo di Nino Barbantini nel panorama della critica d’arte novecentesca.

Nino Barbantini

Gli Atti del convegno, raccolti nella rivista Saggi e Memorie, sono corredati di un aggiornato apparato bibliografico con gli scritti di Nino Barbantini, a cura di Nico Stringa.

Saggi e Memorie viene pubblicata dal 1958 e nel primo volume proprio Nino Barbantini firmava un saggio su ‘Il Tintoretto a San Rocco’. Oggi la rivista è arrivata al numero 46 e si è consolidata nel tempo come una delle più importanti pubblicazioni scientifiche nel campo della storia dell’arte. In questo ultimo numero, oltre agli Atti del convegno su Barbantini sono presenti anche i saggi di Alessandro Serrani, Elena Pizzolino, Stefano Colombo, Alberto Cibin, Matteo Salomone, Alice S. Legé e Stefania Cretella».

Castello di Monselice, via del Santuario, 11, Monselice (PD)

Fondazione Giorgio Cini, Isola di S. Giorgio Maggiore, Venezia

Info:

Istituto di Storia dell’Arte

Email: arte@cini.it

Telefono: +39 041 2710230

Giuseppe Longo

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