Con Milu Correch, fino al 18 luglio nel solco di FestiWall e Bitume
Santa Croce Camerina (Rg) – All’incrocio tra memoria e presente, storia e magia, muralismo e narrativa, in uno degli snodi cruciali del Mediterraneo per l’incontro fra popoli e culture, è iniziato “Crucivia”, il progetto di arte pubblica che coinvolge il comune di Santa Croce Camerina nello stesso solco che dal 2015, a Ragusa, ha dato vita a cinque edizioni FestiWall e poi a Bitume – industrial platform of Art, fino alle più recenti operazioni effettuate a Trapani e Comiso. Stavolta, protagonista dell’evento, in programma fino al 18 luglio, sarà Milu Correch, artista argentina fra le più note e talentuose nel panorama del nuovo muralismo contemporaneo, impegnata sul doppio prospetto che in Piazza degli Studi guarda gli istituti scolastici “Psaumide di Camarina” e “Fabio Besta”, spazio scelto per realizzare un’opera unitaria. Classe ’91, originaria di Buenos Aires, conosciuta per i grandi murali figurativi in cui ritrae la straordinarietà della gente comune raccontata in ambienti periferici e ammantata da atmosfere magiche, Milu dialogherà con un luogo frequentatissimo da tutte le famiglie santacrocesi, omaggiando al contempo l’interculturalità e la convivenza fra le varie comunità che abitano la “città del sole”.
Il suo intervento per “Crucivia”, fortemente voluto dal sindaco Giuseppe Dimartino e da tutta l’amministrazione per coronare la rigenerazione di piazza degli Studi e i lavori di adeguamento sismico e messa in sicurezza degli istituti scolastici, sarà il frutto di un percorso di studio svolto in questi giorni insieme al curatore dell’evento, Vincenzo Cascone, seguendo la storia di Santa Croce Camerina, stratificata nella memoria collettiva, nelle strade, nelle case e nelle campagne che circondano il paese, alla ricerca del “genius loci”, fra realtà e fiaba, cronache del passato e “cunti”, fino a imbattersi nelle “truvature”, nelle leggende plutoniche sui tesori nascosti vincolati da incantesimo, nate durante gli ultimi scampoli di dominazione bizantina in Sicilia, diffuse sotto quella araba e poi tramandate oralmente dai contadini, spesso confinate nell’ambito della credulità o alla fervida immaginazione popolare, ma non di rado legate a riferimenti storici precisi, a fatti accaduti, oppure alla necessità di comprendere meglio la natura e i suoi misteri, e anche per questo raccolte con pazienza certosina da dotti e storiografi del calibro di Giuseppe Pitrè (1841-1916) e Salvatore Salomone Marino (1847-1916) per tracciare, stavolta in forma scritta e in più volumi, l’evoluzione di un popolo intero, o per ricostruire toponimi e percorsi oggi completamente dimenticati o solo parzialmente conosciuti.
Così, nell’opera pensata da Milu per Santa Croce, attraverso la rivisitazione di una “truvatura” in particolare, connessa alla vicenda di una bambina scomparsa nei primi del ‘900, sui muri di Piazza degli Studi affioreranno frammenti di memoria urbana, in una rilettura (o mappatura) antropologica ed estetica del presente, dei “tesori nascosti” nella cultura e nell’umanità camarinense. Ad orientare l’artista sarà anche un racconto realizzato per l’occasione dallo scrittore Marco Steiner, anch’esso liberamente ispirato alle “truvature”, al “genius loci” e ai paesaggi che avvolgono il comune ibleo, in un crocevia tra muralismo e narrativa.
«Crediamo fortemente nel valore della bellezza come punto di partenza per la rigenerazione urbana e in questo caso», afferma il sindaco di Santa Croce, Peppe Dimartino, «diamo nuova vita ad uno spazio importante per i nostri ragazzi, proprio grazie al valore dell’arte e della cultura con un’artista internazionale. È un progetto che va a coronare e completare la rigenerazione complessiva del polo scolastico e degli spazi esterni. Molti dei lavori, com’è noto, sono già in corso e tra non molto cambieranno, insieme a quest’opera, il volto di questa zona di Santa Croce. Siamo molto soddisfatti di quello che stiamo realizzando, soprattutto per l’importanza che riveste per i nostri bambini, i nostri ragazzi e le loro famiglie».
Sulla stessa lunghezza d’onda il curatore artistico dell’evento, Vincenzo Cascone, che allarga l’orizzonte di “Crucivia”, «come un nuovo inizio, un nuovo iter, ancora intrecciato ai trascorsi di FestiWall e Bitume, ma aperto adesso a tutto il resto della Sicilia. L’idea è di far “camminare” il muralismo sull’Isola, incrociando la visione degli artisti con lo sguardo di altre comunità, in un mosaico ancora tutto da definire, volto a far emergere l’interculturalità della società contemporanea. L’arte pubblica può e deve affrontare il tema dell’incrocio tra culture e tradizioni, perché, con il suo incanto, è in grado di parlare a tutti e di assolvere al ruolo di mediatore, senza distinzioni di etnia, ceto e religione. “Crucivia” vuole essere testimone di questo dialogo».